Colli di Monte Bove e Pescina oggi distanti ma uniti nella preghiera per San Berardo
Il patrono di Colli non potrà essere festeggiato come da tradizione
Colli di Monte Bove – Quest’anno, a causa dell’emergenza per i fedeli di Colli e Pescina è una giornata ancora pià triste già di quanto non lo sia per il difficile periodo che si sta vivendo. Per San Berardo solo preghiere dunque e nessuna cerimonia pubblica.
Come da tradizione, il primo maggio San Berardo infatti viene festeggiato a Colli di Monte Bove in grande stile. Una suggestiva processione, la consegna della statua in casa del confratello estratto dove vi resta per sei mesi. Durante questo periodo il Santo viene venerato in giorni alterni della settimana, con la recita del Santo rosario. Dopodiché il giorno tre Novembre ricorrenza della sua morte, lascerà questo luogo per arrivare in Chiesa dove verrà celebrato il vespro con l a cerimonia di passaggio al nuovo confratello che in Un appuntamento dunque di fede e di suggestiva tradizione. Un gemellaggio che lega Colli con la realtà di Pescina.
E così lo festeggiamo a distanza San Berardo, riproponendo la sua affascinante storia:
San Berardo nacque a Colli di Montebove nel 1079 dal conte Berardo e dalla di lui moglie Teodosia. Affidato in tenera età ai canonici della cattedrale dei Marsi, completò i suoi studi presso l’abbazia di Montecassino e successivamente fu chiamato da papa Pasquale II come suo stretto collaboratore. Il Pontefice, autore della Bolla che riorganizzò e ridefinì i confini territoriali della nostra Diocesi esattamente 900 anni fa, lo creò Cardinale e successivamente, nel 1109 lo elesse Vescovo di queste terre. L’opera di San Berardo fu molto meritoria poiché si adoperò per la moralizzazione dei costumi, soprattutto del clero locale, combatté la simonia e il concubinato e fu caritatevolmente sollecito nei confronti dei poveri. Fu il primo grande vescovo di questa Diocesi che governò con autorità e zelo pastorale fino alla morte, avvenuta il 3 novembre del 1130. Venne sepolto nella cattedrale di santa Sabina, presso l’antica Marruvium – attualmente San Benedetto – e nel 1361, col trasferimento della sede episcopale a Pescina, le sue reliquie vennero traslate nella nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Una prima ricognizione del corpo del santo venne fatta nel XIV secolo e successivamente se ne ebbero altre nei secoli XVIII e XIX, fino alla penultima del 1961 sotto l’episcopato di Mons. Domenico Valerii e il canonicato di mons. Antonio Ruscitti, allora parroco di Pescina. L’attuale ricognizione ha visto all’opera una commissione episcopale, presieduta dall’Ordinario Mons. Pietro Santoro, e formata da oltre trentacinque persone: tra cui l’attuale parroco di Santa Maria delle Grazie il canonico mons. Giovanni Venti, il cancelliere e responsabile delle reliquie della Diocesi Don Ennio Grossi, i medici Agostino Cerasani, Nicola Gallotti e Mario Properzi. Il corpo di San Berardo, dopo la ricognizione, è stato rivestito di nuovi abiti pontificali eseguiti dalla celebre sartoria ecclesiastica “Lavs”: la veste corale, le calze e lo zucchetto sono di colore rosso porpora ad indicare la sua dignità cardinalizia, il camice è di lino bianco e sopra di esso il Santo indossa la stola, la tonacella di colore rosso e la casula bianca di foggia medievale. Il capo è cinto dalla mitria. L’anello episcopale e il pastorale sono stati donati dal Vescovo Santoro.
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