The news is by your side.

Colpo all’occupazione a Carsoli; previsti 35 esuberi in una azienda di prodotti omeopatici

zona-industrialeCarsoli – Nuovo colpo nell’economia del lavoro del comprensorio zonale della Piana del Cavaliere. L’azienda di farmaci omeopatici sarebbe in procinto di fare a meno di  35 risorse umane. L’azienda, fiore all’occhiello del nucleo industriale di Carsoli – Oricola ha deciso dunque  di tagliare una parte dei suoi lavoratori a causa di problemi di mercato che non gli permettono di andare avanti con l’organico al completo. Le officin,  terapie innovative, leader in Italia per la produzione di medicine non convenzionali, ha subito gli effetti dovuti alla riorganizzazione del settore e nonostante i contratti di solidarietà in essere è stata costretta a tagliare. Dei 127 dipendenti, tra dirigenti e operai, impegnati nella produzione di prodotti omeopatici il 7 marzo 35, di cui 3 impiegati e i restanti lavoratori, hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Una notizia inaspettata che ha lasciato di stucco i dipendenti, quasi tutti under 40.

“Si tratta di un’azienda che è sempre andata bene”, ha commentato Domenico Fontana, segretario provinciale della Filctem – Cgil, “purtroppo negli ultimi anni ha avuto delle difficoltà a causa della riorganizzazione delle normative relative ai farmaci omeopatici e alla concorrenza forte delle multinazionali che non gli permette più di proseguire con la stessa forza lavoro. Ci sono attualmente 127 dipendenti e ne verranno licenziati 35, la maggior parte operai. Non sono stati toccati gli uffici dove ci sono dirigenti e impiegati, ma soltanto la classe operaia”. La Oti è nata negli anni ’80 come diretta emanazione della Omit omeopatici Italia fondata negli anni ’70 dal farmacista Lamberto De Santis. Negli anni la Oti si è sempre distinta per la sua predisposizione alla ricerca e all’innovazione. Nell’azienda del nucleo industriale di Carsoli vengono prodotti omeopatici, integratori nutrizionali e fisioterapici, tinture madri, estratti secchi e fiori secchi, dispositivi medici a base di principi attivi naturali. “C’erano i contratti di solidarietà in corso”, ha concluso Fontana, “ma nonostante ciò l’azienda ha voluto tagliare. Ci siamo subito attivati come sindacato e abbiamo chiesto alla Regione Abruzzo, in particolar modo al vice presidente Giovanni Lolli, un incontro per trovare una soluzione e far fronte a questa nuova emergenza occupazionale”.