Colpo di scena ad Avezzano, il Consiglio di Stato riconosce “l’anatra zoppa”. Nuovi ricorsi o dimissioni?
Avezzano – Scatta l’anatra zoppa al consiglio comunale di Avezzano. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato confermando la sentenza del Tar dell’Aquila che aveva ribaltato i numeri all’interno del Consiglio Comunale assegnando 13 seggi all’opposizione è soltanto 9 alla maggioranza. Un duro colpo per l’amministrazione guidata dal sindaco Gabriele De Angelis. Ora la palla passa nelle sue mani. Toccherà a lui decidere quale strada percorrere per il futuro della città.
Esulta, d’altro canto, lex sindaco Gianni Di Pangrazio che si ritrova in consiglio dalla parte di una opposizione che ha la maggioranza.
Ora sarà nominato un commissario ad acta per dare esecuzione immediata della sentenza. Si occuperà della sostituzione dei consiglieri comunali.
L’antefatto. Il Tar il 12 ottobre scorso aveva accolto l’istanza del centrosinistra cancellando quasi completamente la disposizione della Commissione elettorale di Avezzano e assegnando alla coalizione guidata dall’ex sindaco Giovanni Di Pangrazio ben 13 consiglieri. Un ribaltamento delle forze in consiglio comunale con una opposizione numericamente più forte della maggioranza. L’efficacia della decisione del tribunale amministrativo è stata prima sospesa e ora confermata.
Gli scenari
La prima possibilità è quella delle dimissioni. Questa è la strada che il sindaco ha sempre sostenuto di voler percorrere. In tal caso arriverebbe un commissario prefettizio e la città sarebbe paralizzata fino alla primavera del 2019 quando si tornerebbe al voto. Più di un anno di “non amministrazione”. Una responsabilità non da poco. Responsabilità che il sindaco non è disposto ad accollarsi sostenendo che quanto potrebbe accadere non è dipendente dalle proprie azioni pregresse.
La seconda possibilità, meno probabile, è quella di trovare un nuovo assetto governativo per continuare ad amministrare. Una sorta di governo di responsabilità pubblica. Per fare ciò è necessario il sostegno di tre consiglieri comunali della nuova ipotetica opposizione. Si parla di un’azione verso un governo cittadino di salute pubblica. Ma l’Udc è disposto a fare questo passo? Qualora il sindaco De Angelis dovesse tendere la mano all’opposizione e quest’ultima dovesse rifiutare, a quel punto la situazione si rivolgerebbe e la “colpa” di una eventuale fine anticipata dell’amministrazione ricadrebbe sulla minoranza. E si andrebbe comunque al commissariamento.
C’è anche una terza strada. Il sindaco potrebbe mettere mano a una sorta di voto di fiducia e a quel punto ognuno scoprirà le sue carte. Va anche detto, infine, che in Italia nulla è mai definitivo perché esistono i ricorsi sui ricorsi. (f.d.m.)