Camerata Nuova – Come oggi centosessantatrè anni fà nella zona di confine tra Lazio e Abruzzo nel borgo di Camerata “vecchia”, stava per cambiare la storia di una realtà affascinante situata nel cuore dei Simbruini.
Era infatti il 9 gennaio del 1859 quando appena dopo l’ora di pranzo ebbe a svilupparsi un violento incendio che portò distruzione nell’antico borgo di Camerata Vecchia.
Le fiamme, stando ai racconti sarebbero state innescate dalla canna fumaria dal camino di una casa. Alcune scintille provocate dalla combustione della legna fuoriuscirono e vennero disperse dal forte vento che soffiava in quel momento. In poco tempo i tetti, allora in legno, delle altre case vennero raggiunte dagli inneschi.
In poco tempo il fuoco, spinto dal forte vento, si propagò per i paese, ed a poco valsero i tentativi degli abitanti di Camerata e dei Militari della locale gendarmeria di domare le fiamme.
L’acqua a Camerata Vecchia proveniva da quella piovana, e veniva conservata in cisterne in pietra presenti sotto le case; possiamo quindi immaginare la difficoltà ad utilizzare l’acqua per tentare di spegnere le fiamme.
Fu una vera e propria tragedia, con un bilancio di 6 morti e molti feriti, ma la cosa peggiore fu la distruzione del paese. Molti trovarono rifugio presso la chiesa della Madonna delle Grazie, la quale trovandosi alcune centinaia di metri fuori il paese fu salvata dalla rovina; per molto tempo questa chiesa fu l’unico tetto per molti cameratani, e dove di recente è stata rubata l’antica campana.
Ma un’altra storia che si racconta è legata alla politica dell’epoca. Le zone in questione sono state, durante il periodo del regno temporale della chiesa di Roma, territori di confine con tutti i problemi connessi. Vicino c’era il Regno delle due Sicilie e si era agli inizi della proclamazione del il regno d’Italia (1860); si racconta anche che sicari dei borboni organizzarono l’incendio contro il papato per motivi di natura politica. Ma anche questa è una mera ipotesi che corre negli annali di storia.
Oggi i ruderi di Camerata Vecchia sorgono su una rupe calcarea posta al margine più orientale di un lungo costone la cui parte sommitale coincide con il Monte Camposecco. Questa elevazione è una delle più occidentali del gruppo dei Monti Simbruini dove questi si fondono con i vicini Carseolani del versante abruzzese.
I primi cenni storici su Camerata sono datati nel 955 quando era in pieno svolgimento il processo dell’incastellamento che coinvolse tutti i paesi della Valle dell’Aniene e non solo. Da alcuni documenti si evince che intorno alla metà del X secolo l’abate di Montecassino diede in enfiteusi la Chiesa di San Salvatore a Rainaldo, il Conte dei Marsi. Per un periodo abbastanza lungo i Conti dei Marsi dominarono su gran parte del territorio Carseolano annettendo man mano varie terre fino ai margini dei possedimenti della potente Abbazia di Subiaco.
Molte sono state nel corso del tempo le iniziative intraprese per “celebrare” Camerata Vecchia, associazioni e volontari si prendono cura del paese fantasma che porta con sè tutto il fascino di una storia triste che ha segnato inedelbilmente la comunità.
ph evidence: Associazione Pro Camorata
