Il 2 novembre è il giorno in cui ci si sofferma di piu’ a pensare alle persone che ci hanno preceduto. E’ la commemorazione dei defunti. Una ricorrenza della Chiesa cattolica celebrata ogni anno, il giorno successivo alla solennità di tutti i Santi. L’idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino che celebrava infatti tutti i morti, il sabato prima della domenica di Sessagesima, così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
La concezione dell’anima che sopravvive in seguito alla morte del corpo fu la spiegazione razionale per giustificare la risurrezione dei morti, concetto pressoché incomprensibile per la cultura occidentale. Il 2 novembre è consuetudine, oltre a visitare i cimiteri, addobbare le tombe con fiori.
L’origine risalirebbe a un rito bizantino antichissimo dedicato appunto ai morti, che però si celebrava in un periodo compreso tra gennaio e febbraio. Nella storia della Chiesa la prima celebrazione di questo tipo risale al 998 d.C., quando l’abate benedettino sant’Odilone di Cluny decise che quell’anno le campane dell’abbazia per la prima volta suonassero con rintocchi funebri in memoria dei defunti.
Da Cluny il rito si diffuse in tutta la Chiesa cattolica anche se la festa sarà riconosciuta ufficialmente solo nel XIV secolo, e venne chiamata col nome latino di Anniversarium Omnium Animarum. Da allora in avanti ogni anno il 2 novembre si ricordano i defunti e si vanno a trovare i propri cari scomparsi nei cimiteri. Nonostante sia una solennità, non è annoverata fra le feste di precetto.
Il fiore tipico di questa solennità è il crisantemo, il cui significato però esula dalla morte, anzi ha una connotazione positiva. Essendo simbolo di gioia e vitalità in gran parte dell’Asia vengono usati per i matrimoni e le più importanti celebrazioni. Si è diffusa l’usanza di portarli al cimitero perché sono in piena fioritura in questo periodo e poi perché vengono associati alla pace: in tal senso vengono portati ai propri cari estinti augurando loro pace intesa come fine della sofferenza e resurrezione.