Con la memoria di ieri e la consapevolezza di oggi
L'egoismo come prodotto dell'ignoranza, l'unico vero male
EDITORIALE – Oggi ricorre il triste giorno di ricordo di quegli anni che a poco la dietro ci separano dal presente. Sembra tutto passato ieri 27 gennaio 1945, 0ggi 27 gennaio 2022, cambia l’anno e pochi i valori acquisiti da azioni carnefici e bestiali che sono avvenute tra uomo e uomo. Si ricorda questo fatidico dì perché in quel tempo le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Si era compiuto con un contrattacco un gesto di cessazione dello schiavismo, sfruttamento e discriminazione di essere umani, un gesto anche se con la forza ma che ha riportato pace. Dopo di che è avvenuto il processo di Norimberga e la giustizia si è fatta manifesta. Come possiamo immaginare tutta quella sofferenza patita, tutti quegli insulti, disprezzamenti, orrori commessi, quella bestialità che dovrebbe essere lontana dall’aspetto uomo. Difficile farlo se non lo si prova, perché è al di la del nostro immaginario collettivo, eppure è avvenuto. Come possiamo commemorare tutte quelle vittime di violenza, attraverso quale azione?
Ricordare? Questo verbo che indica un’azione nell’aspetto pratico della vita tende ad essere fragile poiché la memoria specialmente per chi non ha subito tale scempio è come un fumo che pian piano si dilaga e si disgrega nell’aria. Noi tutti dovremmo allora basarci sui veri valori universali, la fratellanza e non la separazione come usualmente pensiamo. La fratellanza, l’amore e il rispetto sacro verso il prossimo è veramente la giusta commemorazione e le giuste azioni per saldare quelle cicatrici, è la giusta memoria, la giusta ammenda degli errori commessi in passato e che anche nel presente si verificano.
Come ieri le discriminazioni, tale oggi per chi è diverso; fede diversa, cultura diversa, lingua diversa, vaccinato e non, green pass, corpo, outfit, colore, occhi e potremmo continuare all’infinito. Nella vita tutto è differente dall’altro perché sono le sfumature colorate della bellezza che è una e molteplice.
Ma non osserviamo che siamo “UOMINI” appartenenti tutti quanti e nessuno escluso al “GENERE UMANO”, abitanti della terra, del nostro sistema solare, stessa galassia, stesso universo, stessa materia e stesso spirito? Il vero male dell’essere umano è solo uno, l’ignoranza che produce l’egoismo che a sua volta produce il due, il male ed il bene, il bianco ed il nero, l’alto ed il basso, il maschile ed il femminile e così via. La separazione è solo nostra finché non impareremo a guardare con un solo occhio, ci sarà sempre sofferenza, separazione e distruzione. Auspichiamo che tutto il genere umano possa capire un giorno che è un granello nell’universo e come tale facente parte di un grande sistema ne è complice nella sua evoluzione.