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Congresso di cardiologia ad Avezzano, il Vescovo: “non vi siano più emarginati nelle cure”

Avezzano – Il Vescovo Giovanni Massaro ha partecipato all’importante congreddo di cardiologia che si è svolto ad Avezzano. Questo il suo intervento: “Ho accolto con piacere l’invito ad essere qui con voi, sebbene anche solo per un saluto, in occasione di questo Congresso che vede qui presenti cardiologi provenienti da diversi paesi. Un ringraziamento particolare al professor Vetta, e con lui ringrazio tutti voi per l’impegno scientifico di queste giornate di studio e di confronto ma soprattutto per la dedizione nei confronti di tanti malati. Voi vi occupate della cura del cuore. Tra le vostre mani passa il centro pulsante del corpo umano, pertanto la vostra responsabilità è grande. Ho constatato personalmente recentemente quanto importante sia il vostro servizio in quanto due miei carissimi amici sono stati segnati da seri problemi cardiovascolari e solo la bravura di buoni cardiologi li ha tenuti in vita. La Chiesa vi accompagna e vi sostiene nel vostro cammino arduo e comprende quanto delicato è il vostro servizio di cura alle persone. Assistiamo però oggi ad una situazione paradossale che riguarda in generale la professione medica. Da una parte constatiamo i progressi della medicina grazie al lavoro di scienziati che con passione si dedicano alla ricerca di nuove cure. Dall’altra riscontriamo il pericolo che il medico smarrisca sempre più la propria identità. L’aspetto che ci inquieta è il cambiamento della semantica: un tempo si parlava di arte medica. Oggi il paziente è diventato cliente, l’organizzazione è diventata azienda sanitaria, il medico è diventato operatore sanitario, l’ospedale, luogo nato per accogliere, è diventato stabilimento di cura. Non dimenticate mai, carissimi medici che voi siete chiamati ad essere “maestri di umanità”. Sappiate sempre unire competenza e umanità. E abbiate sempre una particolare attenzione verso i poveri, gli ultimi, gli scartati e a loro giunga le attenzioni delle strutture sanitarie pubbliche e private.
Dobbiamo lottare perché in questo mondo segnato, come più volte denunciato da Papa Francesco, dalla cultura dello scarto non ci siano più scartati ed emarginati. Vi rinnovo il mio personale apprezzamento per il vostro lavoro e chiedo al Signore di benedire la ricerca medica e di benedire le vostre mani. Senza cuore non c’è vita. Le vostre mani con l’aiuto di Dio possano curare e salvare tante vite”,