Riceviamo dal ricercatore e saggista Fulvio D’Amore i seguenti comunicati che integralmente riportiamo: “Il convegno tenutosi la sera del 7 dicembre 2015 presso la Sala Consiliare di Carsoli ha fatto registrare una grande confusione e, in alcuni momenti, contestazioni di ogni genere, grazie al cattivo coordinamento della manifestazione. La scaletta della locandina del XII Raduno, In onore ed in ricordo di José Borges è stata cambiata all’ultimo momento a discapito del sottoscritto che doveva trattare l’argomento principale, a favore di altre persone che con la “Storia” non avevano niente a che fare. Sproloqui di ogni genere si sono sentiti da pressapochisti, giornalisti, tuttologi e quant’altro intervenuti all’ultimo momento, laddove interessi legati alla “vanità” sono prevalsi e hanno contribuito a generare il caos della serata, caratterizzata non dalla cultura (come doveva essere) ma da una lunga serie di battibecchi tra fazioni avverse. In realtà, chi aveva il merito e le carte in regola per poter parlare di José Borges (il sottoscritto che nel 2010 ha pubblicato una monografia sul personaggio) è stato più volte azzittito e relegato ad un ruolo marginale. Una cosa davvero vergognosa! Insomma, la manifestazione del 7 dicembre si è ridotta a “pagliacciata” dove tutti hanno voluto dimostrare di essere “i primi della classe”, al di là dello schieramento politico dell’organizzazione borbonica di turno. Evidentemente, finalità palesi di gente che non ha mai frequentato gli archivi e che comunque ha tentato di imporre la sua ideologia retorica e trionfalistica, scatenava all’improvviso una dura contestazione. Purtroppo, il tentativo di stimolare l’opinione pubblica a ritrovare un’identità ormai perduta, nonostante gli sforzi del sottoscritto che da ben 23 anni ha dimostrato di saper ricostruire la storia critica del nostro territorio, cadono nel qualunquismo, soprattutto, per una lunga serie di problemi politici regionali e nazionali. L’ipocrisia prevale, dimostrata anche da alcuni giornali on line (Cittalcentronline Confinelive) e da un noto quotidiano abruzzese (IL CENTRO) che ha illustrato solo la manifestazione del giorno dopo sul cippo di José Borges, evitando così polemiche, per lasciare spazio al folklore. Come sempre, in ambienti giornalistici disinformati, è prevalsa l’approssimazione, per nascondere, magari, la vera sostanza del dibattito in atto, che ha visto le giuste rivendicazioni di altri storici locali presenti (foglio di Lumen, rivista storica), pronti ad affiancare il sottoscritto, svergognando vivacemente le “fandonie” sostenute dal Comitato Legittimisti, dall’Ordine Costantiniano, dall’Ordine di S.Giorgio e dalla reteduesicilie.
Spett.le Redazione Invece di inaugurare Historia e simili cavolate, imparate ad essere obiettivi ed a riportare la verità sul vostro giornale online. Prima di tutto, se siete democratici, dovreste lasciare sotto l’articolo pubblicato lo spazio “commenti” non solo a chi è iscritto a facebook, ma a tutti, come fanno altre importanti testate, pretendendo solo il nome e cognome ed eventualmente l’e-mail di chi risponde all’articolo. Poi, torno a ribadire, come ho scritto sotto il commento di terre marsicane alla voce XII raduno in onore di José Borges, che avete nascosto la verità sul Convegno, facendo credere ai gonzi che tutto sia filato liscio e la manifestazione ha raggiunto livelli di cultura storica davvero alti (sic!). Tutto questo non è stato vero e lo sapete benissimo! Fulvio D’Amore (ricercatore e saggista)”
(n.d.d.r.): Gentile ricercatore: Abbiamo riportato integralmente il tenore delle sue mail che sono pervenute alla nostra redazione in data odierna 7 gennaio 2015. Noi abbiamo partecipato al convegno in quanto invitati dal Prof. Angelo Bernardini, ed abbiamo pubblicato la recensione su cio’ che abbiamo vissuto noi. Purtroppo per altri impegni redazionali non abbiamo potuto assistere all’intervento finale, che riteniamo essere sia stato il suo, e solo per questo motivo non è stato meglio specificato. Noi non abbiamo alcun interesse ad ovattare nulla, e la riprova è che integralmente pubblichiamo anche le critiche che lei rivolge sia al medesimo convegno che alla nostra redazione. Per quel che riguarda i commenti negli articoli, il sistema informatico prevede questa possibilità a corredo degli stessi, con collegamento a profilo facebook proprio per avere una identità certa di chi scrive. Altrimenti ognuno potrebbe commentare con nomi ed email fittizi. Chi non dispone di facebook, non deve fare altro che inviarci una mail, e i commenti o comunicati vengono integralmente pubblicati. Come nel caso in questione. Quanto all’accusa di “nascondere” la verità, la risposta la può trovare nella integrale pubblicazione dei suoi comunicati. Quanto alla rubrica Historia e le simili cavolate a cui lei si riferisce, queste iniziative fanno parte di un progetto editoriale su cui operano dei giovani del nostro territorio che scelgono di operare nella cultura anzichè fare altre cose meno edificanti. Dovremmo incoraggiarli o no? Chi poi non dovesse gradire non è certo obbligato a leggere, oppure può precisare e controbattere. C’è spazio per la critica ed il confronto ma purchè sia costruttivo e rispettoso del lavoro degli altri.