Convitto Nazionale di Tivoli, il rettore Antonio Manna va in quiescenza
La lettera alle famiglie di saluto
TIVOLI – Dopo tanti anni di onorato servizio il Prof. Antonio Manna, rettore storico del convitto nazionale di Tivoli va in pensione. Sarà sostituito dalla prof.ssa Virginia Belli. Questa la lettera che ha dedicato per il suo saluto a famiglie, studenti, docenti, collaboratori, educatori e personale Ata
“Cari Studenti e Famiglie, Docenti , Collaboratori, Educatori e Personale ATA
è con emozioni che Vi scrivo queste righe, che segnano la conclusione del mio mandato come Rettore del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia Duca d’Aosta di Tivoli.
Moltissime le esperienze vissute, le sfide affrontate e le tante opportunità che abbiamo saputo cogliere insieme.
Il Convitto è una realtà affascinante e complessa, rappresenta una comunità educativa radicata nel tessuto storico e culturale di Tivoli, con la presenza delle meravigliose Villa d’Este, Villa Adriana e Villa Gregoriana.
In questa cornice, ho visto fin da subito un potenziale enorme, un’occasione unica per fare di questo luogo non solo un centro educativo, ma un punto di riferimento per la comunità, un simbolo di eccellenza e innovazione.
Siete state persone straordinarie nel condividere con me la visione di un Convitto capace di evolversi, di adattarsi alle esigenze dei tempi senza mai perdere di vista la Sua missione educativa.
Ricordo con particolare affetto i momenti di confronto e di lavoro intenso che hanno portato alla realizzazione di importanti progetti, come l’integrazione di un Istituto Alberghiero all’interno della nostra struttura, una vera e propria rivoluzione, che ha permesso ai nostri studenti di acquisire competenze tecniche di alto livello…vedere gli studenti impegnati in cucina, intenti a preparare piatti che celebrano il “made in Italy”, mi ha riempito di orgoglio. La cucina, infatti, non è solo un’arte, ma un linguaggio universale che racconta storie di luoghi, di persone e di culture.
Ho sempre creduto che fosse fondamentale trasmettere ai giovani non solo il sapere tecnico, ma anche l’amore per il proprio territorio, la consapevolezza delle proprie radici.
Ma il Convitto non è solo un luogo di apprendimento; è una seconda casa, un ambiente in cui studenti e docenti convivono, condividono esperienze, crescono insieme. Il recupero della residenzialità, dopo oltre vent’anni, ha rappresentato una tappa fondamentale nel nostro percorso, offrendo a tanti ragazzi provenienti da luoghi lontani la possibilità di vivere appieno la vita del Convitto, di concentrarsi sullo studio senza dover affrontare i disagi del pendolarismo. Questo progetto, che ha richiesto impegno e dedizione da parte di tutti noi, ha portato frutti straordinari, creando un ambiente confortevole e accogliente, dove ogni studente ha potuto sentirsi a casa, protetto e sostenuto nel proprio percorso di crescita.
Nel tempo, il Convitto è diventato un vero e proprio pilastro della comunità locale, grazie anche all’instancabile lavoro di tutti coloro che vi operano. Il mio ruolo di Rettore mi ha permesso di essere testimone diretto dell’impegno quotidiano dei docenti, degli educatori, del personale amministrativo e tecnico, di tutti coloro che, spesso in silenzio, contribuiscono a rendere questo istituto un luogo speciale. A loro va il mio più sincero ringraziamento: senza il loro apporto, senza la loro passione, nulla di ciò che abbiamo realizzato sarebbe stato possibile.
Ogni angolo di questo Convitto, ogni aula, ogni corridoio racconta una storia. I muri stessi sembrano custodire i ricordi di generazioni di studenti, le loro gioie, le loro fatiche, i loro sogni. Per me, questi muri hanno rappresentato molto più di una semplice struttura; sono stati compagni di viaggio, custodi delle emozioni che ho vissuto in questi anni. Oggi, mentre mi preparo a concludere questa esperienza, sento un legame profondo con questo luogo, un’affezione che difficilmente riuscirò a descrivere a parole. La tristezza che provo nel distaccarmi da questo ruolo è mitigata, però, dalla consapevolezza di aver contribuito, nel mio piccolo, a lasciare un segno, a costruire qualcosa di duraturo. Le opere che portano la mia firma non sono solo il frutto di un lavoro tecnico, ma il risultato di una visione condivisa, di un entusiasmo che ha coinvolto tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. E di questo sono profondamente grato.
In questi momenti di riflessione, ho compreso l’importanza di fermarsi, di dare un senso a ogni esperienza, di cogliere l’essenza di ogni attimo. È così che ho imparato a vivere questa esperienza al Convitto, cercando di dare un significato profondo a ogni azione, a ogni decisione presa. Ora, mentre mi appresto a lasciare il mio incarico, porto con me un bagaglio di ricordi, di insegnamenti, di emozioni che mi accompagneranno sempre.
Cari studenti, vi auguro di continuare a coltivare i vostri sogni con la stessa passione che ho visto nei vostri occhi, continuate a lavorare con dedizione, con l’entusiasmo che vi ha sempre contraddistinto. E a voi, famiglie, un sentito ringraziamento per la fiducia che avete riposto in noi, per il sostegno che non ci avete mai fatto mancare.
Un sentito ringraziamento ai Docenti, agli Educatori ed al Personale ATA che hanno saputo collaborare insieme per la crescita globale del Nostro Convitto.
Il Convitto di Tivoli resterà sempre nel mio cuore, e con esso tutte le persone che hanno reso questi anni indimenticabili. Vi saluto con affetto, augurandovi di continuare a crescere insieme, di affrontare le sfide con coraggio e di non smettere mai di sognare in grande.”
Con riconoscenza,
Prof. Antonio Manna