Avezzano. Come era facilmente prevedibile, l’applicazione del DPCM 4/3/2020, relativo alle misure per contrastare il propagarsi del Coronavirus, ha determinato anche lo slittamento del referendum sul taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo. L’ipotesi era nell’aria da giorni ma solo nel pomeriggio di ieri si è concretizzata. Ancora da individuare la data per il recupero dello stesso ma non è da escludere che possa protrarsi a dopo l’estate.
Inevitabile, a questo punto, chiedersi se la tornata elettorale di maggio che coinvolgerà centinaia di Comuni in tutta Italia e diverse decine in Abruzzo sarà confermata o rimandata a data da stabilirsi in un secondo momento, per lo meno alla luce di un quadro sanitario e sociale più definito. La possibilità che le amministrative di primavera possano subire uno spostamento, però, è assolutamente concreta.
Rimettendoci alla lettera A dell’art. 1 del suddetto decreto che prevede la sospensione di “congressi, riunioni, meeting e eventi sociali, in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità..” e alla lettera B del medesimo articolo che prevede la sospensione di “manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza…” lo spettro di uno slittamento appare più che giustificato.
Non desterebbe stupore, quindi, se tale eventualità dovesse concretizzarsi. Stando alle previsioni (peraltro non ancora confermate) le amministrative dovrebbero svolgersi alla fine di maggio, quindi tra due mesi abbondanti. Lasso di tempo apparentemente sufficiente per far rientrare l’emergenza e riportare la situazione alla normalità. Ciò che tutti auspichiamo.
In questi due mesi, però, si dovrà svolgere la campagna elettorale, i candidati dovranno portare avanti iniziative e attività, e chiunque deciderà di scendere in campo dovrà agire per farsi conoscere e per presentare il proprio programma elettorale. E’ facile intuire come tutto ciò risulterebbe comunque complesso – ma non impossibile – a prescindere dall’ipotesi in cui l’emergenza dovesse rientrare senza arrecare ulteriori danni.
I tempi sarebbero stretti e le lettere A e B del sopra citato articolo 1 rischierebbero di essere gravemente disattese. Senza contare, inoltre, che l’attuale decreto produrrà i suoi effetti fino al 3 aprile, praticamente un mese e mezzo prima delle amministrative, e che quindi almeno fino a quel giorno potrebbe essere difficile avere certezza circa la conferma della tornata elettorale.
E’ uno scenario, questo, in cui le incertezze sono molteplici e che nel caso in cui nei prossimi dieci giorni non dovesse esserci una riduzione del contagio (come sottolineato da diversi medici ed esperti) si andrebbe incontro a un inevitabile slittamento delle elezioni comunali. Rispettare le distanze di un metro tra le persone, evitare che si formino folle o agglomerati spontanei di persone, evitare strette di mano, baci e abbracci, sarebbe praticamente impossibile da scongiurare.