L’emergenza Coronavirus ha modificato radicalmente stili di vita e abitudini quotidiane. Nei giorni scorsi è stato firmato un importante protocollo tra le organizzazioni sindacali e la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone sulla “necessità di contingentare l’accesso agli spazi comuni, mense, aree di attesa, con la previsione di una ventilazione o aerazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di questi spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza”.
L’impatto maggiore lo subirà la scuola, che si prevede sarà sempre più smart: è sempre più vicina l’ipotesi di terminare quest’anno scolastico con la didattica a distanza e di inaugurare, nello stesso modo, il prossimo, prevedendo in più dei turni mensili in cui si farà presenza fisica nelle aule. La conferma sulle modalità di svolgimento dell’ultima parte dell’anno avverrà tra pochi giorni.
“Per il prossimo anno scolastico serve una strategia governativa – afferma Pino Turi della Uil Scuola – e serve un protocollo per la tutela della salute specifico per le necessità organizzative della scuola e dell’università”. L’Italia non ha ancora risolto l’annoso problema delle classi “pollaio”: fino a 30 studenti stipati in aule piccole e inadatte, a maggior ragione con un rischio di contagio.