Oricola. “Virus” è musica e divertimento, ma non solo. Tra le band che danno vita all’evento musicale c’è spazio per un gruppo di persone che svolgono un compito altrettanto fondamentale per la buona riuscita della manifestazione. Si tratta dei volontari della CRI Comitato locale di Carsoli. Come accade per le grande manifestazioni locali e nazionali, i ragazzi del nucleo di Carsoli sono presenti per assicurare il loro contributo, in termini di soccorso e non solo.
Per l’occasione, infatti, l’unità operativa ha subito una leggera evoluzione. Come spiega Roberto Di Natale– presidente del Comitato locale CRI- “in entrambe le serata abbiamo voluto essere presenti in una veste leggermente diversa dal solito. All’assistenza sanitaria, abbiamo voluto affiancare attività di prevenzione, soprattutto sull’abuso di alcool e droga ed è un bene che siano i nostri ragazzi a dare le necessarie spiegazioni in merito ai loro coetanei”. Diverse le attività svolte e organizzate dal Comitato, che vanno dal sostegno alle famiglie- circa 150 i nuclei familiari aiutati-, all’addestramento dei volontari, al soccorso immediato in situazioni particolarmente delicate, potendo contare su una propria unità cinofila e all’impiego dei mezzi e tecniche particolarmente avanzati.
Il tutto svolto in maniera “silenziosa”, senza mai puntare alla pubblicizzazione del loro operato, ma con l’unico obiettivo di mantenere il territorio in condizioni di sicurezza. Ma forse questa scarsa visibilità riduce le attenzioni delle istituzioni locali nei loro confronti. “È un peccato che le istituzioni non si accorgano del movimento, o meglio che non gli riservino le attenzioni che meriterebbe” – ha commentato Di Natale-. “Da circa due anni, infatti, siamo in attesa che ci vengano affidati i locali appartenenti al Cam, che sarebbero utilissimi alla nostra causa perché potrebbero permetterci di riunire le nostre attrezzature, che al momento abbiamo sparse in locali e prefabbricati differenti. Abbiamo bisogno di spazio, di una sede operativa funzionale e moderna, non possiamo continuare ad operare in locali prefabbricati”.
Un messaggio che, alla luce del lavoro continuo svolto dai volontari, non può rimanere inascoltato. È questa la speranza dei volontari e soprattutto di coloro che quotidianamente ricevono il loro aiuto, “silenzioso”, ma indispensabile.
(Antonio Di Francesco)