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“Cuciture per l’anima”, il nuovo romanzo di Chiara Maria Bergamaschi racconta la superbia

"Il germoglio del seme della superbia era ormai sbocciato rigoglioso per quanto la donna spacciasse i suoi atteggiamenti per semplice e legittima diffidenza nei confronti della nuova arrivata."

Quanti conoscono davvero la superbia? Quanti saprebbero reagire con generosità a questo vizio capitale? La storia che narra questo romanzo si svolge a Bergamo e prende il via dall’annuncio di un matrimonio inatteso; con i dubbi e i timori che in qualcuno potrebbero sorgere nell’avvicinarci all’estraneo che sta per entrare a far parte di una famiglia: quanti sarebbero in grado di superare questi pensieri? Quanti sarebbero davvero aperti all’amore liberandosi dai vincoli mentali inculcati dalla società? Un’avventura emozionante che saprà accompagnare nelle riflessioni e nei cambiamenti dei protagonisti che intraprenderanno alla scoperta della felicità. Emozioni, dubbi, novità impreviste e segreti svelati, sapranno regalare la gioia? Oppure l’amarezza della delusione è dietro l’angolo?

Chiara Maria Bergamaschi vive in provincia di Bergamo col suo compagno; ha avuto svariate esperienze lavorative in ambienti diversi tra loro ed è stata impiegata nel tessile, immobiliare, fitness, commerciale e infine nuovamente nel tessile. Grande appassionata di cinema, adora la musica e ama leggere.

Ama la convivialità, conoscere persone nuove per trovare nell’incontro il confronto che regala la possibilità di evolvere; sempre alla ricerca del bello negli altri poiché crede fermamente che chiunque sia in grado di migliorare sempre. Cuciture per l’animaè il suo terzo romanzo pubblicato con Porto Seguro Editore. 

Intervista all’autrice

Dopo l’invidia in questo tuo ultimo libro hai voluto raccontare la superbia. Perché la scelta di questo vizio e quale idea emerge dal romanzo?

“Ho scelto questo secondo vizio capitale, per la prosecuzione della collana, poiché ho notato spesso situazioni in cui sotto-sotto la superbia la fa da padrona; ho quindi cercato di raccontarla da una prospettiva critica che però mira all’evoluzione e mi sono proposta come obbiettivo del romanzo di creare una via alternativa alla semplice stigmatizzazione di questo vizio capitale.

Infatti, ad un certo punto mi sono chiesta: è possibile cambiare? La mia risposta, in verità piuttosto ironica, è: a Bergamo forse sì e basterà leggere la storia per scoprirlo.”

Parlaci della protagonista Gilda

“Gilda è una donna molto forte, dinamica, ostinata ma anche arrogante: la si può amare e odiare al tempo stesso. La sua superbia però non è endemica ma maturata col passare degli anni e si scoprirà, leggendo il racconto, che dovrà riuscire a fare una profonda riflessione per comprendere il proprio errore. È una madre prepotente e vorrebbe che il figlio sposasse solo la donna che lei riterrebbe adeguata, osteggiando la ragazza scelta da lui: ritornando a reiterare lo stesso errore che un tempo fu commesso della suocera.”

Focus sull’ambientazione. L’atelier di Elisabetta è più di un semplice negozio di sartoria: ti va di dirci raccontare qualcosa di più su questa scelta narrativa e sul suo significato metaforico?

“Mia madre, per alcuni anni, ha fatto la sarta e ho spesso riflettuto sulla bellezza di poter cucire un abito per un’altra persona e costruire un ricordo che diventasse portatore di una storia: l’abito per una cerimonia, una giacca per un’occasione speciale, un vestito da mettere per sentirsi comodi nella quotidianità. Ho scelto questa ambientazione, modernizzandola, per raccontare un’attività che sta un po’ scomparendo e questo parallelo mi è sembrato interessante nel voler introdurre l’eventualità di creare un cambiamento, nella possibilità di poter ricucire un’anima sofferente e aiutarla a trasformarsi. Credo che sarebbe fantastico avere l’opportunità di aiutare le persone a migliorarsi semplicemente facendole riflettere: a volte penso che basterebbe poco per far scattare una piccola scintilla, a me succede e penso che sia lo stesso per gli altri.”

Oltre alla protagonista a quale altro personaggio sei particolarmente legata e perché?

“Mi è piaciuto particolarmente costruire il personaggio di Alfredina: l’anziana maestra elementare che nasconde un grande segreto e che con la sua inclinazione alla generosità è il fulcro del racconto, una donna che in tempi insospettabili sa essere un forte segno di libertà e umanità; una donna che nonostante l’età è controcorrente, oltre i tempi e di una modernità inaspettata. È stato interessante anche costruire i personaggi di Raylai la futura sposa, ragazza indipendente e tenace, e di Giordano il sensato e riservato marito di Gilda che cercherà strenuamente di aprire gli occhi alla moglie riguardo al suo atteggiamento dispotico nei confronti del figlio.”

Riporto la domanda che poni ai lettori proprio all’inizio del libro, riguardo una possibile evoluzione: esiste la possibilità di cambiare e guarire da questo vizio? Cosa ne pensi tu e cosa ci trasmettono i tuoi personaggi?

“Credo sia possibile cambiare ma il punto focale è la volontà di farlo. Non tutti ne sono capaci, infatti anche nel mio romanzo metto in evidenza questo fatto: c’è anche chi non vuole cambiare, chi si sente a proprio agio solo con dei comportamenti egoisticamente supponenti. Non siamo tutti santi o demoni, credo siamo esseri umani con mille sfaccettature e con la possibilità di evolvere ma, ripeto, bisogna essere consapevoli del lavoro da intraprendere e desiderare il cambiamento.”

Quale riscontro hai avuto dai lettori su Cuciture per l’anima?

“È semplicemente meraviglioso poiché sto ricevendo moltissime recensioni positive e trovo molto stimolante toccare con mano le emozioni che il racconto sta trasmettendo. Spero di poter continuare a sentire pareri e riflessioni post lettura poiché mi danno gioia e mi piace potermi confrontare con i lettori.”

Sei una scrittrice molto attiva, stai già lavorando a una nuova opera?

“Si, sto lavorando da un paio di mesi al terzo romanzo sui vizi capitali: l’accidia. Debbo ammettere che questo nuovo romanzo è un po’ più sofferto poiché voglio trovare una svolta emotivamente positiva per il nuovo protagonista che stavolta sarà un uomo, il racconto è ambientato in Umbria ma non voglio raccontare troppo altro per non sciupare la sorpresa della lettura. Intanto sto continuando anche nel lavoro di realizzazione dei restanti vizi capitali e sto accantonando idee per lo sviluppo delle prossime storie che voglio rendere intriganti come le precedenti.”

Recensione

Cuciture per l’anima è una lettura delicata, semplice e avvolgente. Un racconto che fa riflettere a fondo sulla superbia e le sue varie sfaccettature.

La scelta dell’ambientazione di questo libro colpisce subito e piace moltissimo: la sartoria, un luogo affascinante dove accadono piccoli miracoli per l’anima. Un posto dove si respira l’atmosfera creativa e accogliente delle antiche sartorie di una volta. L’autrice ha saputo ricreare un’ambientazione che fa da contrasto ai turbamenti dei personaggi, donando una sensazione di profonda cordialità e calore.

Attraverso la protagonista Gilda indaghiamo nel mondo della superbia riflettendo su tutte le nefaste conseguenze che questo vizio capitale porta con sé. Chiara Maria Bergamaschi ha costruito, con grande arte narrativa, delle figure realistiche in grado di restituirci la complessità dell’animo umano. Nonostante la contrarietà iniziale che i pensieri e comportamenti di Gilda suscitano nel lettore, il racconto porta verso un’evoluzione importante e un’inattesa rivelazione del personaggio principale. Raccontare il cambiamento e il potere inesauribile della volontà sono gli aspetti distintivi della narrativa di Bergamaschi.

L’evoluzione dei personaggi di Cuciture per l’anima veicola un messaggio fondamentale, ovvero la possibilità di poter cambiare, se lo si vuole davvero e si ha l’umiltà di ascoltare i consigli di chi ci vuole bene. Gilda la protagonista ci dimostra che nonostante tutto è la volontà a condurre verso una metamorfosi dell’anima. Ciò è possibile ancora di più quando si è circondati da una famiglia e da amici che ci amano aiutandoci a riflettere sugli errori commessi.

Il racconto si presenta come un romanzo leggero e piacevole, in cui l’autrice svolge un’approfondita ricerca sull’animo dei personaggi; un elemento narrativo incisivo che crea un’empatia travolgente capace di suscitare tante riflessioni e un legame forte con i protagonisti e le loro storie.

Un libro che sa conquistare i cuori dei lettori grazie a uno stile delicato, scorrevole e non impegnativo. La capacità dell’autrice è quella di raccontare temi importanti con una narrazione leggera e mai opprimente. Un libro intrigante che si divora in pochissimi giorni e la sensazione che lascia è di una positiva possibilità al cambiamento.