Tivoli – La fondazione di questo imponente e bellissimo monumento risale al sec. IX, mentre interventi di ristruttrazione e rifacimento ai sec. XIII e XIX
Una tradizione ininterrotta attribuisce la costruzione della parte più antica della chiesa di Santa Maria Maggiore, quella corrispondente all’attuale coro, al pontefice tiburtino Simplicio (468-483).
Potrebbe essere, però, più verosimile l’ipotesi di alcuni autori che sostengono l’edificazione di chiesa e monastero intorno al IX secolo, durante la rifioritura Carolingia in Italia, in un periodo ancora di grande espansione del monachesimo benedettino. Il dato tradizionale sostiene che Simplicio avrebbe anche donato un’immagine del Salvatore alla Cattedrale tiburtina e un’immagine della Vergine alla chiesa di Santa Maria Maggiore, entrambe dipinte sulla falsariga delle immagini attribuite all’evangelista Luca. Notizie storiche documentate ricordano che intorno al 1130 un monaco benedettino di nome Giovanni iniziò a raccogliere offerte per l’ampliamento della chiesa primitiva. Altri lavori furono avviati intorno al 1256 quando la chiesa e il convento vennero assegnati alle cure dei frati francescani conventuali che realizzarono gli affreschi del coro, il portale interno con arco gotico, il rosone, il pavimento cosmatesco (commissionato da Maria Bovini) e altre decorazioni. Ma soprattutto a questo periodo risale la realizzazione dell’immagine della Madonna delle Grazie, da parte del pittore francescano Jacopo Torriti, autore di mosaici nell’abside della basilica di S. Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore a Roma, e affreschi presso la basilica superiore di S. Francesco ad Assisi.
All’inizio del 1400,venne realizzato da Angelo da Tivoli il portale gotico e il tabernacolo su commissione del capomilizia Nicolo Brunetti. La contemporanea chiusura delle due arcate laterali fece praticamente sparire il nartece, realizzando l’attuale aspetto della facciata. Pio II, costruttore della maestosa Rocca Pia, nel 1461, durante uno dei suoi soggiorni a Tivoli, insoddisfatto di come i frati conventuali tenessero il convento e la chiesa, decise di affidarne la cura ai frati francescani osservanti, che tuttora la tengono. L’intervento dei cardinali d’Estc, tutti sepolti sotto il presbiterio, influì molto sull’edifìcio: sottrassero tutta la fila delle cappelle della navata destra per ampliare il chiostro del convento, che poi divenne parte della famosa villa. In compenso sembra che abbiano provveduto, grazie anche all’opera del p. Costanze da Roma, a far disegnare dall’architetto Galvani l’attuale elegante altare che conserva il dipinto della Vergine e, probabilmente, a terminare la costruzione del campanile (1590-1607). Tra il 1600 e il 1900 ulteriori lavori trasformarono l’edifìcio secondo i gusti del tempo oppure tentatarono di riportarlo al disegno originario. Nel XVII secolo fu edificato il nuovo convento francescano che, dopo alterne vicende, nel 1890 divenne proprietà dello Stato, il quale lo demolì per realizzare l’adiacente Convitto Nazionale. Dal 1856, a seguito del crollo della chiesa parrocchiale di S. Croce (1843), la chiesa di S. Maria Maggiore ha assunto il nome di quella parrocchia e il ruolo, divenendo ancor più luogo di incontro dell’intera comunità tiburtina, soprattutto dopo il grande sviluppo urbanistico che ha posto l’edificio nel nuovo centro della città.