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Depositata l’istanza per chiedere la riapertura delle indagini sull’omicidio di Pasolini

ROMA – È stata depositata questa mattina in Procura, a Roma, una istanza per chiedere la riapertura delle indagini relative all’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto ad Ostia il 2 novembre del 1975. L’atto è stato redatto dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco, e dello sceneggiatore, Giovanni Giovannetti, che questa mattina hanno organizzato una conferenza stampa fuori dal Palazzo di Giustizia. “Oggi con emozione, lo confesso, e con soddisfazione ho depositato una nuova riapertura delle indagini- ha raccontato l’avvocato Maccioni, intervistato dalla Dire- La prima, quella del 2009, aveva portato ad individuare tre DNA (individuati dai carabinieri del Ris sulla scena del crimine, ndr), ma anche la Procura della Repubblica di Roma a fare molte indagini, dalle quali dobbiamo ripartire necessariamente”.

Questa volta, dunque, non si riparte da zero “ma da questi tre DNA, che vogliono dire che tre persone erano sicuramente presenti all’Idroscalo di Ostia. Ora- ha aggiunto il legale Maccioni- se a queste tre persone presenti, con o senza Pino Pelosi, questo sarà da accertare, aggiungiamo le dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino alla Commissione parlamentare Antimafia, cioè che Pasolini venne attratto all’Idroscalo di Ostia (per recuperare le pizze del film) dopo un furto commissionato, si rende necessario capire perché si commissionò questo furto”. Pasolini quindi “non andò a consumare un rapporto sessuale occasionale all’Idroscalo di Ostia- ha sottolineato ancora l’avvocato- ma andò per recuperare, come è emerso dalle indagini, le pizze del suo film ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’. Ecco, noi riteniamo che adesso ci siano davvero molto elementi da esplorare, primo tra tutti Maurizio Abbatino, che al di là della Commissione parlamentare d’inchiesta dovrebbe essere risentito e sentito più accuratamente su alcuni aspetti ulteriori dalla Procura della Repubblica di Roma”.

Maccioni, che nel 2009 già fece riaprire le indagini, e che lo scorso gennaio aveva lanciato una petizione su change.org per riaprire il caso, ha sempre ritenuto che ci fosse un legame con il noto bar di via Chiabrera 122, “e adesso effettivamente, dalle dichiarazioni di Maurizio Abbatino, abbiamo avuto conferma. Noi nel 2015 chiedemmo che venisse sentito in relazione ad una foto. Sappiamo che Maurizio Abbatino dice di non essere lui in quella foto- ha detto ancora alla Dire- vorremmo però approfondire perché in un libro, cioè ‘Bolero’, viene indicata quella foto e viene soprattutto detto che quello all’estrema destra di un poliziotto raffigurato in quella foto sia Maurizio Abbatino, detto ‘Crispino’ o ‘Il freddo’. Ecco, noi vorremmo sapere il perché e accertare anche questo dato. Ma al di là della foto, quello che ci interessa è capire chi ha partecipo a quel furto, perché venne commissionato e, soprattutto, pensiamo che sia arrivato il momento di indagare sul movente vero di questo omicidio”. Non un movente legato ad una reazione ad una violenza sessuale, perché “oggi non tiene più come poteva tenere nel 1975, ma dalla contro inchiesta di Oriana Fallaci nemmeno allora teneva particolarmente e neppure venne creduto dal Tribunale dei giudici per i minorenni di Roma. Adesso abbiamo gli elementi per confutarlo seriamente- ha aggiunto Maccioni- e sappiamo perfettamente che le cose non andarono come vennero rappresentate in quegli anni, quasi 50 anni fa”.

Dunque a due giorni dal compleanno di Pier Paolo Pasolini, che il prossimo 5 marzo avrebbe compiuto 101 anni, “noi riteniamo che la Procura della Repubblica possa e debba riaprire queste indagini, per accertare effettivamente le reali responsabilità dell’omicidio”. Ma che tempi si prevedono ora? “L’istanza di riapertura è abbastanza corposa- ha risposto Maccioni alla Dire- perché si tratta di alcune centinaia di pagine contenenti tutte le attività svolte finora, nella prima indagine e come memorie, in più abbiamo aggiunto altri elementi, quindi dovrà essere esaminata compiutamente dalla Procura della Repubblica. Ora vediamo cosa deciderà il Procuratore Francesco Lo voi e a chi, eventualmente, deciderà di assegnare il caso”.