Roma – Il Coordinamento Nazionale per l’Ambiente, con capofila l’associazione Raggio Verde
ha, dopo soli pochi giorni dalla sua costituzione, provveduto a sensibilizzare i
parlamentari, i presidenti di Regione, il Ministero dell’Ambiente e la Presidenza del
Consiglio sulla pericolosità della modifica dei criteri costruttivi delle discariche,
contenuta nell’allegato 1 dello schema di decreto n. 168 che dovrebbe modificare il
decreto legislativo 36/2003 sulle discariche.
La modifica, che si vorrebbe introdurre, stabilisce l’equivalenza tra barriera geologica
naturale e barriera di confinamento artificiale, con ciò violando quanto previsto dalla
direttiva 1999/31, non innovata sul punto dalla direttiva 2018/850, che prevede che una
barriera geologica naturale impermeabile debba essere sempre presente, quando si
costruisce una discarica.
Tale presenza, secondo la decisione della Commissione UE 2018/1147, è
imprescindibile al fine di rispettare le migliori tecniche disponibili. La direttiva
1999/31 prevede infatti all’allegato I punto 3 la necessità della presenza della barriera
geologica naturale, che può essere completata artificialmente e rinforzata ma MAI
sostituita con una barriera di confinamento artificiale.
Anche la Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo, nel resoconto di
missione a Valladora (Piemonte) in data 11.04.2019, ha raccomandato (punto 3) di non
autorizzare discariche in zone prive di barriera geologica naturale.
L’iter di modifica del decreto legislativo è tutt’altro che concluso e il Coordinamento
Nazionale per l’Ambiente è impegnato in tutte le sedi ai fini dell’accoglimento della
sua proposta di modifica al testo governativo.
Se dovesse passare l’attuale testo governativo, infatti, verrà violata la direttiva
comunitaria 1999/31, il che, oltre a determinare l’avvio di una procedura d’infrazione,
avrà pesanti conseguenze sulle condizioni delle acque di falda, sulla catena alimentare
e sulla salute dei cittadini. L’attuale compagine governativa si renderebbe dunque
responsabile di futuri scempi ambientali, con tutte le ricadute sulla salute dei cittadini
e sull’ambiente.
Il Coordinamento Nazionale per l’Ambiente osserverà l’iter legislativo riportando ai
cittadini l’esito dei suoi sforzi.