Vicovaro – Risale al 2017 Note sotto le stelle. Estate vicovarese tra fede, tradizioni, cultura, storia e arte, serie di eventi artistici e culturali che ha dato vita, fra le altre cose, a una ripubblicazione in forma cartacea di due articoli dello storico dell’arte Alberto Crielesi. Già usciti sulla Strenna dei Romanisti rispettivamente nel 2012 e nel 2016, i due contributi si concentrano uno Su alcune opere inedite di Salvatore Monosilio e l’altro su Domenico da Capodistria e Giovanni il Dalmata le committenze degli Orsini, e dimostrano ancora una volta non solo la competenza e la padronanza della materia di Crielesi, ma anche la passione che lo lega al territorio vicovarese.
Il secondo dei due articoli, infatti, si pone in continuità con studi che occupano nel percorso dall’autore una posizione centrale, e massimamente rappresentati dalla monografia del 1996 Vicovaro Sacra (di cui abbiamo parlato qui). I due personaggi menzionati nel titolo non sono infatti altro che gli autori della Cappella di S. Giacomo, simbolo e gioiello dell’architettura vicovarese. Con la precisione bibliografica e archivistica che lo contraddistingue, Crielesi ricostruisce le vicende dei due artisti, individua le paternità e le caratteristiche delle singole parti dell’edificio e, infine, traccia la storia della costruzione. Una costruzione, del resto, travagliata, che si intreccia con gli avvicendamenti politici, con le committenze degli Orsini e dei Bolognetti, con una genesi che copre addirittura un periodo esteso tra il XV e il XVIII secolo.
E ancora più intrigante – per minore notorietà – appare il lavoro su Monosilio: originario di Messina e giunto a Roma nel 1734, Salvatore Monosilio è autore, fra l’altro, del Cristo che affida il gregge al S. Pietro Apostolo (1756) che troviamo nella chiesa di S. Pietro Apostolo a Vicovaro e del Padre Eterno benedicente (1757 post) collocato nel Tempietto. Crielesi ne racconta il rapporto con Vicovaro, le esperienze romane ed extraromane (in Sicilia, nelle Marche), nonché le committenze (Theodoli, Bolognetti) e la vicinanza artistica con il Conca, suo maestro.
Il libretto, insomma, compie il lavoro per cui è stato concepito: divulgare, nell’occasione di festeggiamenti ed eventi – cioè di collante antropologico e comunitario –, storie riguardanti non solo grandi tesori artistici, bensì anche lo spessore di realtà che i vicovaresi hanno sotto gli occhi da secoli, ma magari distrattamente. Con questo libretto hanno la possibilità di conoscerlo più a fondo, esplorarlo, scoprirlo.