Editoriale – L’arrivo dell’Immacolata Concezione, coincideva per le famiglie italiane con un giorno di apertura di un lungo periodo festivo. Sul piano della fede, la crisi sicuramente non avrà scalfito i valori che ognuno di noi custodisce dentro di sé, ma quanto all’entusiasmo dobbiamo purtroppo parlare al passato.La crescente preoccupazione che interessa quasi tutte le fasce sociali tende a spegnere i cuori delle persone, che vivono in un torpore, in un disorientamento che non solo coinvolge progetti futuri ma non da certezze nemmeno per la gestione del presente. Il passato con i suoi ricordi e le sue esperienze aumenta ancorpiu’ l’amarezza italiana.Ora ci apprestiamo a “dover” fare l’albero di Natale, ma ci hanno spento anche questa voglia.Il sistema di governo costringe il suo popolo a vivere alla giornata; da chi non arriva nemmeno a metà mese, a chi non riesce a mantenere le imprese in crisi, e i frutti del lavoro di una vita che oggi costituiscono un peso anziché un valore.Il divario sociale non è tra ricchi e poveri, bensì tra i governanti e governati. In previsione di un diluvio universale, probabilmente hanno gia’ la loro Arcadinoè, Tutti gli altri resterebbero in balia della tempesta.Il linguaggio utilizzato anche nelle situazioni piu’ evidenti, come quella del declassamento di S&P è di una noncuranza strabiliante, scaturito da un delirio di potere garantito da un sistema statico.Gli italiani, la gente quella del Natale, accende delle luci ma i cuori sono spenti, privi di entusiasmo, di fiducia e di speranza. C’è solo preoccupazione di quello che ancora ci aspetta.Le segreterie politiche dei partiti di un tempo, fungevano per un minimo anche da controllo e da filtro con la consapevolezza che il popolo poi avrebbe giudicato con il voto.Avranno sprigionato nell’aria dei gas soporiferi nell’aria che ci stanno addormentando e quando ci sveglieremo sara’ troppo tardi.Nel contempo, però questo albero lo dobbiamo fare, e riporre nel S. Natale e nell’Anno Domini adveniente un po’ di speranza, che qualche testa pensante riesca a fare qualcosa.E’ necessario ora piu’ che mai riscoprire l’opportunità di aiutarsi reciprocamente, senza necessariamente dover/poter pretendere qualcosa in cambio.Ma tra i buoni propositi si nascondono le insidie, che sembrano crescere di pari passo con la crisi. E quindi siamo costretti a passare il tempo a difenderci dai tentativi alluvionali, che a poter produrre risultati. Ma questo in fondo vuole il sistema che ci sta travolgendo. Dobbiamo trovare la forza di reagire a questo gas soporifero che tende ad addormentarci e a farci rassegnare. I regali di Natale, hanno ragione di esistere per i bambini, meno per i grandi. Oggi il regalo piu’ grande sarebbe un po’ di serenità e di prospettiva verso il futuro.Non tanto per noi che un pezzo di storia l’abbiamo gia’ scritta, ma per le generazioni che ci seguono. Il periodo di festa, sia dunque un periodo che ci spinga a ritrovare forza dai valori della famiglia, dell’amicizia. Ma il messaggio che rivolgo agli amici, è quello di trovare la forza ed il modo di reagire al sistema che sta annientando persone e coscienze.L’augurio per tutti è quello di poter comunque raggiungere importanti traguardi di vita.
Con amicizia e stima
Daniele Imperiale