Tagliacozzo. Sono ore decisive per la composizione delle liste che si affronteranno alle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre per il rinnovo del consiglio comunale.
Da una parte, il sindaco uscente Vincenzo Giovagnorio, chesta lavorando per la formazione di una compagine che possa continuare a portare avanti l’attività amministrativa di questi ultimi 5 anni e mezzo.
Un’azione diplomatica inclusiva, quella che il primo cittadino sta conducendo in questi giorni, aperta a tutti gli schieramenti, priva di preconcetti, veti e chiusure a priori. Con lui, a condividere questa linea di inclusione, il vicesindaco Roberto Giovagnorio.
Dall’altro lato c’è il professor Franco Salvatori, che però non ha ancora sciolto le riserve. In queste ore sta per chiudere le consultazioni al fine di valutare l’unità di intenti e la coesione e dei papabili candidati consiglieri dei due principali gruppi di cui il suo nome è la sintesi trovata: quello di “Tagliacozzo unità”, guidata dall’ex consigliere di opposizione Vincenzo Montelisciani e quello de “Il paese che vorrei”, capeggiato dal collega di minoranza in consiglio ed ex sindaco Maurizio Di Marco Testa.
Tutto questo, però, sulla carta. Infatti, a quanto pare, i presupposti affinché Salvatori possa sciogliere le riserve sarebbero ancora incompleti.
Ci sarebbero difatti attriti all’interno dello stesso suo gruppo di “Tagliacozzo unità” e qualche candidatura ancora da confermare. In particolare quella dell’ex assessore Gabriele Venturini e il nodo da sciogliere sull’altro ex assessore Rossella Donzelli, corteggiata anche dalla lista del sindaco uscente, con cui ci sarebbero stati già gli approcci per un’eventuale alleanza dell’ultimo momento. Venturini e Donzelli erano entrambi due papabili aspiranti sindaci, candidature che però non si sono concretizzate a causa di veti interni da una parte oppure dall’altra.
Qualora tutti questi nodi non fossero sciolti, Salvatori, che avrebbe ricevuto anche delle offerte per entrare in squadra nella compagine per le prossime elezioni amministrative di Roma, potrebbe rinunciare. Un passo indietro che porterebbe la coalizione in una fase di stallo essendo ormai tramontate da un lato le candidature di Montelisciani e Di Marco Testa che hanno fatto un passo indietro, e dall’altro quelle di Venturini e di Donzelli, che nono sono riuscite ad essere rappresentative di tutti i gruppi in campo.
Se Salvatori dovesse rifiutare la candidatura, allora, a 25 giorni dalla presentazione delle liste, si concretizzerebbe l’ipotesi di un’unica compagine alle prossime elezioni. In quel caso il sindaco Giovagnorio dovrebbe raggiungere il quorum strutturale del 50% degli aventi diritto. Ferma restando la possibilità di ulteriori liste che pare si stiano, per ora solo ufficiosamente, organizzando per scendere in campo all’ultimo momento.