Valle del Turano – Uno dei posti più caratteristici e suggestivi della Valle del Turano è il piccolo borgo di Posticciola, inserito nel territorio comunale di Rocca Sinibalda di cui è frazione. Si trova localizzato nei pressi del Lago del Turano, al quale un tempo dava il nome. (già Lago di Posticciola). Dista 6 km dal suo capoluogo comunale, 22 da Rieti, 30 da Carsoli, 70 da Avezzano. Sorge nei pressi dell’area archeologica dell’antica città Trebula Mutuesca (attualmente compresa nel territorio comunale di Monteleone Sabino) e potrebbe costituirne il nucleo originario pre-romano; questa ipotesi è supportata dai numerosi resti architettonici romani nella zona, visibili dalle strade cittadine più esterne sulle pendici dei monti limitrofi, e simboleggiate dall’antico Ponte romano, detto Ponte vecchio, raggiungibile con una breve passeggiata scendendo dal paese. Anticamente stazione di posta e luogo di transito della transumanza, conserva bene l’impianto di paese medievale sabino.
La prima testimonianza storica del paese risale all’898, ma l’attuale nome sembra di origine più recente: ne abbiamo nota nel 1844 e sembra derivare dall’unione dei nomi dei due paesi limitrofi Posta e Roccucciola. Della località furono signori la famiglia Brancaleoni poi i Belloni che si estinsero nei Cavalletti che la tennero fino all’eversione della feudalità. Comune a sé stante fino al 1876, da quell’anno è aggregato al comune di Rocca Sinibalda.
Anche la Diga mastodontica opera artificiale prende il nome dal borgo che si affaccia su una costruzione che ha fatto la storia e che è la porta del Lago Turano.
I resti dell’antica città di Trebula Mutuesca, una tra gli insediamenti romani più importanti della Sabina, si trovano a 1,5 km da Monteleone Sabino. Il nome deriva forse da trabes, “casale”. Di villaggio si inizia a parlare soltanto nel secolo V a.C. Nel IV secolo a.C. in loco era presente un “Municipium” con un santuario alla dea Feronia. Nel I secolo a.C. circa inizia a conformarsi un nucleo abitato che presto avrà organizzazione propria, cariche pubbliche, centro, Foro, terme e altri edifici pubblici. Trebula fu centro culturale in senso taumaturgico, che nei secoli si trasformò nel culto di Santa Vittoria, martire venerata nel luogo. Viene citata da Strabone, Dionigi D’Alicarnasso e Plinio il Vecchio.