Il fascino di Rocca di Botte nella storia, dalla nascita di San Pietro Eremita all’autonomia municipale
Il borgo un tempo era aggregato a Pereto insieme ad Oricola, e conquistò l'autonomia dopo lunghi anni di lotte burocratiche
Rocca di Botte – Il piccolo borgo facente parte del comprensorio zonale della Piana del Cavaliere ha un fascino particolare, sia nella parte storica che domina una bellissima piana con la località residenziale “Casaletto”. Antichissime sono le origini di Rocca di Botte, tracce storiche riconducono a scritti rilevati in una bolla di Pasquale II (1115) e durante il Medioevo la cittadina era nota con il nome di Rocca de Bucte secondo alcuni documenti risalenti al XII sec. La sua configurazione di base rimane inalterata nei secoli. In questo lembo occidentale della terra d’Abruzzo vi ebbe i natali nel 1125 San Pietro Eremita, all’epoca denominato il Cavaliere itinerante. Dal 1173 esercitò il potere a Rocca di Botte la famiglia Montanea, e nel Quattrocento fu la volta degli Orsini e nel Cinquecento dei Colonna, sotto i quali raggiunse il massimo splendore edilizio. Dopo Federico II e gli eventi di Tagliacozzo, legati alla memoria di Corradino di Svevia, Rocca di Botte è riportata in un catalogo angioino del 1273 sotto il nome di Rocca de Labucco. Il castello, che si erge in cima al Paese, retto da un castellano, fu rimaneggiato ed ingrandito nei secoli XV-XVI. Nel secolo XV Rocca di Botte, come altri paesi del Carseolano, è investita dell’attività di artisti e prosegue nel secolo successivo come dimostrano gli affreschi cinquecenteschi di S. Maria della Febbre. Nel 1557, però, Rocca di Botte fu vittima di una distruzione ad opera del Duca d’Alba. Peraltro il secolo si fa splendido nella figura di personaggi insigni che illustrano la patria nei vari campi della cultura e della musica, primi fra i quali Bonifacio Graziani, Fabrizio De Britijs, Tommaso Pelliccioni ed Andrea Cacchioni, cappuccino morto nel 1651 in odore di santitàIl XVII è un secolo cruciale per Rocca di Botte, le cui disavventure toccano il vertice nell’anno 1656 a motivo di una grave pestilenza che miete decine di morti causando un brusco spopolamento. Il paese fu vittima di distruzioni e saccheggi in seguito ad una ribellione della popolazione di Rocca di Botte all’abate sublacense Scipione Colonna. Nell’Ottocento Rocca di Botte, aggregata al comune di Pereto assieme ad Oricola, iniziò una lunga lotta per una propria autonomia amministrativa, conquistandola agli inizi del XX sec. ad opera di un risoluto “Comitato Cittadino”.