ROMA – È stato avviato l’intervento di restauro della fontana della Dea Roma in Campidoglio, addossata alla scalea di accesso a Palazzo Senatorio. I lavori, diretti dalla Sovrintendenza Capitolina, sono stati resi possibili grazie all’atto di mecenatismo della maison di moda Laura Biagiotti con Intesa Sanpaolo per un costo complessivo di 140.000 euro e una durata presunta di 150 giorni.
La fontana – già oggetto di un importante intervento eseguito nel 1994 nell’ambito del generale restauro della piazza capitolina e dei palazzi Nuovo e dei Conservatori – è attualmente in cattivo stato conservativo a causa sia del particolare microclima locale che dell’esposizione all’aperto. Le superfici lapidee sono interessate da forme di degrado diversificate, con accumulo di depositi, patine biologiche, concrezioni calcaree e stuccature inidonee che occultano e disturbano visivamente parti del modellato.
L’intervento prevede il restauro del basamento e della statua di epoca romana della dea Roma, e il restauro delle superfici in travertino del prospetto architettonico e di quelle marmoree delle vasche con il ripristino della loro impermeabilizzazione. Sarà inoltre sistemata la pavimentazione in sampietrini a ridosso della vasca e revisionato l’impianto idrico, rifunzionalizzando il sistema di scarico della fontana.
“Desidero ringraziare molto la maison Laura Biagiotti e Intesa Sanpaolo per la loro decisione di sostenere il restauro di una delle fontane più belle e rappresentative di Roma – ha dichiarato l’assessore Gotor – Il loro è un atto di mecenatismo molto generoso che permetterà alla piazza del Campidoglio di essere ancora più bella e armonica.”
Inserita alla base dello scalone di accesso alla sala consiliare progettato da Michelangelo, la fontana, in realtà, non rientra nel progetto originale del maestro, appartenendo invece a interventi promossi sotto papa Sisto V Peretti (1585-1590). All’interno della nicchia emisferica è sistemata una statua seduta di Minerva/Roma collocata su un basamento con epigrafe commemorativa, mentre lateralmente sono collocate due statue colossali di personificazioni di fiumi raffiguranti il Nilo e il Tevere.
La statua centrale (altezza 2,10 m), presumibilmente rinvenuta a Cori alla fine del XVI secolo e raffigurante in origine Minerva, venne sistemata nella nicchia ai piedi dello scalone nel novembre del 1593. Seduta su un supporto roccioso, è realizzata nella tecnica dell’acrolito: il panneggio è in porfido, mentre le parti nude (ora in gran parte di restauro) dovevano essere realizzate in marmo bianco. Forse pertinente a una Triade Capitolina (e dunque accompagnata, in antico, da una statua di Giove e una di Giunone), la scultura è stata datata all’età di Domiziano (81-96 d.C.). I restauri tardo-cinquecenteschi hanno trasformato la statua in una Dea Roma grazie all’aggiunta di una testa elmata di età adrianea, del braccio destro sollevato a reggere un’asta e del braccio sinistro con la mano a reggere un globo.