Fusione delle Ato Acea; comuni disertano l’assemblea. Il Sindaco di Arsoli: “resistere ad oltranza”

Roma – Voce grossa da parte di numerosi Comuni laziali che hanno deciso di scrivere al Vice Sindaco di Roma in riferimento alla conferenza dei Sindaci di Acea Ato 2 svoltasi presso la capitale romana.  di Agosta, Arsoli, Canale Monterano, Capena, Civitavecchia, Ladispoli, Marano Equo, Roviano. “E’ sicuramente apprezzabile lo sforzo dei colleghi sindaci intervenuti ai lavori dell’assemblea – spiega Gabriele Caucci sindaco di Arsoli –  e l’approvazione di un ordine del giorno che manifesta il forte dissenso nei confronti della proposta di fusione tra i due Ambiti territoriali ottimali della ex Provincia di Roma e della Provincia di Frosinone. Gli otto comuni di cui sopra,  hanno disertato volutamente l’Assemblea disconoscendo l’Autorità di Ambito governato da Acea e, in linea con la posizione assunta dai colleghi amministratori hanno ribadito la contrarietà all’ipotesi di fusione (tra l’altro in netto contrasto con la L.R. n. 5/2014 che impone la ridefinizione di ambiti di bacino idrografico più limitati), hanno inoltre posto l’accento sul contenzioso in corso con la Regione Lazio che ha diffidato le otto amministrazioni in parola, secondo quanto disposto dal famigerato “Sblocca Italia”, a trasferire le infrastrutture idriche al gestore unico del servizio Acea s.p.a.. Il contenzioso – prosegue Caucci –  sta entrando ormai nel vivo ed il prossimo 15 marzo 2016 è fissata l’udienza innanzi al Tar del Lazio, investito della annosa questione; il ricorso presentato al giudice amministrativo, oltre a fondarsi sulla violazione della L.R. n. 5/14, solleva questioni di costituzionalità inerenti la coerenza dello “Sblocca Italia” rispetto alla volontà referendaria, l’invasione di ambiti di riserva legislativa delle Regioni e la violazione di precetti comunitari. Gli otto comuni “ribelli” hanno ancora in carico la gestione del loro servizio idrico e stanno opponendo ogni tipo di resistenza per scongiurare il passaggio ad Acea, forti anche delle numerose problematiche e degli esosi costi che i cittadini sono costretti a sopportare dove il servizio idrico è gestito dalla stessa Acea. E’ una battaglia politica trasversale, legata al territorio e che non lascia spazio alle appartenenze “di partito”. Abbiamo più volte confidato – conclude il Sindaco Caucci – in un intervento deciso e netto della Regione Lazio e del Presidente Zingaretti, da un lato costretti dallo “Sblocca Italia” a diffidare i Comuni che ancora non hanno trasferito il loro servizio idrico ma dall’altro forti di una Legge Regionale  importante che ha recepito la volontà popolare del referendum del 2011 e che, se attuata, consentirebbe la risoluzione della “vexata quaestio” in favore degli interessi dei cittadini.”