Carsoli. Il tempo score, ma ci sono ancora molte cose da chiarire per i fatti e le circostanze relative al cosiddetto “Giallo di Tufo”. Tutto ebbe inizio, l’11 novembre dello scorso anno quando, venne infatti trovata una Peugeot 306 completamente incendiata e distrutta ed al suo interno rinvenuto un cadavere carbonizzato. Dal telaio della carcassa del veicolo gli inquirenti in un batter d’occhio furono in grado di risalire all’intestatario del veicolo tale Giovanni Lonardo, 78 enne di Marino, ma poi risultato senza fissa dimora da circa due anni.Le varie ipotesi si sono susseguite, suicidio dell’uomo? suicidio? Oppure il cadavere riverso sul sedile a fianco al posto di guida apparteneva a qualcun’altro? Le indagini proseguono ancora a tutto campo e nel massimo riserbo; dapprima il ritrovamento di una lente di occhiale ed alcuni altri elementi avevano fatto pensare ad una persona sui cinquantanni. Ma a tutt’oggi però l’ipotesi piu’ probabile resta quella che il cadavere sia proprio del 78enne di Marino. Ma che ci faceva in quel posto? Un piccolo slargo nella isolata strada che collega le frazioni di Tufo e Pietrasecca, nel quale sono solite soffermarsi coppie di fidanzati. L’area circostante è stata ispezionata a lungo ed alcuni reperti sono stati sequestrati dagli inquirenti. Dunque si è parlato di tutto, ma non del suicidio o omicidio a sfondo sessuale. Una ipotesi da non sottovalutare, anche perchè da solo il 78 enne non sarebbe stato certo in grado di organizzare e mettere in atto un eventuale suicidio nei dettagli. La portiera chiusa dall’interno con un fil di ferro, e poi il posizionamento del cadavere di fianco al sedile di guida, lasciano presupporre la presenza di un’altra persona, della quale non si hanno tracce. Le indagini proseguono a tutto campo, ma le ombre sono si fanno sempre piu’ inquietanti e gli interrogativi alle risposte tardano ad arrivare.