Evidentemente ad aspettare la fine del lockdown non erano solo le persone, ma anche una mandria di bovini che ha sconfinato, senza alcuna autorizzazione e soprattutto senza controllo, in un’area del Parco con circa un mese di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. L’episodio è accaduto nei giorni scorsi in località Templo, nel Comune del Gioia dei Marsi, dove i bovini si sono recati perché incustoditi nell’area di svernamento, ubicata più a valle.
Grazie ad un’operazione congiunta tra il servizio di sorveglianza del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i carabinieri forestali della stazione parco di Gioia dei Marsi, si è riusciti a risalire alla proprietà del bestiame, identificare il titolare dell’allevamento ma, soprattutto, a ottenere che il bestiame tornasse nell’area di provenienza, nel rispetto delle vigenti normative regionali, del Parco e della Rete Natura 2000.
Il trasgressore sarà deferito all’Autorità Giudiziaria per pascolo abusivo in area protetta e verbalizzato con una sanzione amministrativa di alcune migliaia di euro, derivante dall’applicazione della L.R. 3/2014.
“Le attività di controllo del territorio”, dichiara il direttore del Parco, “hanno la duplice finalità di garantire il rispetto delle norme che tutelano specie ed habitat protetti, ma anche quelle a favore dei tantissimi operatori che nel settore agro-zootecnico investono risorse per offrire prodotti di qualità e contribuire all’equilibrio degli ecosistemi naturali. Anche per questo il Parco crede e si adopera, ormai da alcuni decenni, per garantire la continuità dei mestieri e delle attività agrosilvopastorali del territorio, supportando agricoltori e allevatori con indennizzi per danni da fauna. Ovviamente tutto questo è possibile soprattutto se le attività agricole e zootecniche vengono svolte con attenzione alle norme sull’ambiente e attenzione verso i colleghi, quindi in un clima di rispetto e collaborazione”.