Roma – Una mattinata di ascolto e confronto con I ragazzi delle scuole del Lazio per celebrare la Giornata dedicate ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dello scorso 20 novembre. È l’iniziativa andata in scena stamattina nella sala Mechelli della sede del Consiglio regionale del Lazio con la partecipazione, tra gli altri, di Marco Vincenzi, presidente dell’Aula, Monica Sansoni, Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea capitolina, Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, Enrico Serpieri, responsabile sviluppo strategico dei programmi Italia-Europa di Save the children, Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, Daniele De Martino, dirigente Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, Devid Porrello, vicepresidente del Consiglio regionale ed Eleonora Mattia, presidente della IX commissione della Pisana. Le conclusioni sono state affidate ad Alessandra Troncarelli, assessore alle Politiche sociali, Welfare, Beni comuni e Asp della Regione Lazio.
‘La giornata odierna è molto importante ma per noi è solo un’occasione di riflessione e confronto tra istituzioni, società civile e associazioni, perché per noi l’impegno per la promozione e il contrasto alla violazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dura 365 giorni l’anno e per sempre’, ha detto Vincenzi aprendo i lavori. ‘Ringrazio la garante Sansoni che ha voluto promuovere questa giornata di confronto, le autorità presenti, i ragazzi e le associazioni. Sono interlocutori preziosi per il confronto e l’elaborazione di strategie sia in termini normativi generali che di politiche sul territorio per la prevenzione e il contrasto delle violazioni di questi diritti’.
L’obiettivo, ha sottolineato il presidente, ‘è la rimozione delle diseguaglianze che ostacolano il pieno affermarsi dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: il Consiglio e la Regione sono impegnati per questo, e questo è un confronto molto proficuo anche per noi. Continueremo a lavorare insieme per le ragazze e I ragazzi del nostro Paese e di tutto il mondo’.
Questa, ha dichiarato Sansoni, ‘è la mia prima iniziativa di questo genere da garante, e siamo finalmente in presenza e non più dietro a uno schermo dopo un anno molto pesante soprattutto per i ragazzi. Ci sono scuole collegate da Latina, Aprilia e Roma, ci sono qui i ragazzi di un istituto di Tor Carbone. Siamo qui per ascoltare e instaurare una cooperazione fattiva che non si può fermare a oggi, perché dobbiamo essere dei punti di riferimento per i nostri ragazzi. I diritti oggi in gran parte del mondo non vengono garantiti ma lesi e violati, e un diritto all’infanzia violato oggi è un sentimento ferito che avrà sicuramente un lungo termine di ricaduta sull’adulto di domani. Noi abbiamo il grandissimo dovere di garantire concretamente questi diritti, le cui violazioni sono violazioni dei diritti umani’. Ecco perché, ha annunciato la garante,’vogliamo istituire un tavolo tecnico in cui voi ragazzi sarete protagonisti per studiare e approfondire tutti i fenomeni che vi riguardano, come bullismo e cyberbullismo, che tratteremo quotidianamente anche in Regione e voi farete parte di questo gruppo di lavoro, in cui mi piacerebbe coinvolgere tutte le province del Lazio con delegazioni presenti qui in Consiglio regionale’.
Per Salerno ‘chi lavora nel Tribunale per i minori sa che è come scendere all’inferno tutti i giorni. L’emergenza sanitaria, la dad e l’isolamento sociale hanno incrementato le situazioni di disagio e difficoltà dei minori, esasperando condizioni fragilità familiari già esistenti e sfociando in situazioni di violenze spesso a danno delle donne, con i ragazzi che se non sono vittime comunque assistono. Bisogna segnalare il disagio minorile, a partire dalle scuole che è dove il bambino passa la maggior parte del tempo: la segnalazione è un dovere, un obbligo per le scuole. Ma i minori hanno una capacità di resilienza maggiore degli adulti, se vengono seguiti e accompagnati con cure e affetto sono capaci di ricostruirsi e riprendersi, serve però un intervento coordinato di tutti i settori e di tutte le istituzioni’, ha auspicato la presidente del Tripunale per i minori di Roma.
‘Da pochi giorni ho assunto questo ruolo importante e prestigioso e ci tenevo essere qui’, ha commentato Celli. ‘L’obiettivo è fare sistema rispetto a una Convenzione che ha più di 30 anni, ma le iniziative non sono mai abbastanza, lo dico da rappresentante delle istituzioni e da mamma. Creare condivisione e uniformità tra le parti e tra le istituzioni è importante soprattutto dopo la pandemia, che ha alterato completamente gli schemi. Oggi siamo qui per ascoltare, perché i bambini e I ragazzi vanno ascoltati’.
Il primo pensiero di Eleonora Mattia è andato al ragazzo ucciso qualche giorno fa in provincia di Viterbo. ‘Il Covid ha ampliato fratture già esistenti e che hanno colpito soprattutto I giovani’, ha detto, ricordando ‘con orgoglio l’approvazione nel Lazio della legge 7 del 2020 sul sistema integrato di educazione e istruzione per la fascia 0-6 anni, prima in Italia’. Al termine del suo intervento un ricordo anche per Willy Monteiro, il ragazzo ucciso nel frusinate per aver prestato aiuto a un amico. ‘Gli sarà dedicata una piazza, oltre a un premio per le scuole’, ha concluso Mattia.
Duro l’intervento di Iacomini: ‘ Cosa c’è da celebrare se al confine dell’Europa ci sono bambini che vivono nelle foreste e muoiono di freddo e stenti, se da 10 anni migliaia bimbi muoiono in mare annegati, vittime di fughe con le loro mamme e i loro papà? Noi consentiamo tutto questo, al mondo ci sono 45 milioni di bambini che muoiono per malnutrizione acuta, in Afghanistan c’è la più grande crisi economica del pianeta con 14 milioni di bambini che non hanno da mangiare, e poi ci domanderemo tra qualche anno perché arriveranno qui da noi. Ci sono 33 Stati con un miliardo di bambini a rischio crash climatico, 160 milioni di vittime di lavoro minorile, 200 milioni di disabili’. Ecco perché, ha sottolineato il portavoce italiano dell’Unicef, ‘mi chiedo: c’è da festeggiare? Sì, perché siamo orgogliosi nel nostro piccolo dei risultati raggiunti dalla Regione Lazio, anche se in Italia il 27% dei bimbi rischiano di finire tra povertà ed esclusione sociale, e in Europa il 22%’. Iacomini ha poi evidenziato ‘la forte urgenza di una legge come quella sullo Ius Soli anche e soprattutto con riferimento ai minori che vivono in Italia in una situazione di diritti negati: ci sono un milione di bambini italiani che per qualche motivo non hanno cittadinanza ma che parlano più romano dei nostri figli, e questo non è più sostenibil’.
Anche per Serpieri ‘c’è ancora un enorme lavoro da fare. Il numero di minori in Italia è diminuito di un milione, oggi sono meno di 1 su 6 ed è un impoverimento da tutti i punti di vista. La parola chiave però è ‘disuguaglianza’, nel mondo ma anche nel nostro Paese, un Paese avanzato e industrializzato ma dove geograficamente ancora conta dove nasci, perché la tua vita può essere diversa, anche in maniera drammatica. Se nasci in provincia di Trento vedi una spesa media procapite dei Comuni per i bambini sotto i 3 anni di 2mila euro, mentre in Calabria è di 149 euro. Negli anni sono stati tagliati l’istruzione, i servizi per la prima infanzia, il tempo pieno, e quando è scoppiata la pandemia questa si è innestata su un sistema già molto fragile che è andato in grande sofferenza, nonostante la risposta eccezionale del mondo della scuola in cui i dirigenti e i docent hanno svolto un lavoro grandioso ed eccezionale’. Secondo l’esponente di Save The Children ‘anche con questo impegno nel Lazio, che è messo meglio di molte altre regioni, ci sono difficoltà: 1 minore su 10 vive in povertà relativa, ci sono tanti ragazzi che non concludono il ciclo dell’istruzione, la percentuale di ‘neet’, il 22%, è inferiore a quella nazionale ma è ancora molto lontana dal 13,7% europeo, e lo stesso vale per l’accesso alla scuola dell’infanzia pubblica. Abbiamo una speranza, perché tra Pnrr e fondi strutturali nel prossimo settennato, soprattutto il Fondo sociale europeo Plus, ci sono tanti soldi da destinare. Vanno bene infrastrutture come asili e mense- ha concluso Serpieri- ma ci sono tante azioni da fare sul contrasto alla povertà educativa, come sperimentare percorsi e progetti che vadano a incedere sui motivi veri di questi problemi. E questo va fatto ascoltando i ragazzi e rendendoli protagonisti del cambiamento’.
A portare il punto di vista dell’istituzione scolastica sono state Raffaella Briani, rappresentante dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità nella scuola, secondo la quale ‘la stabilità del personale scolastico è la chiave per personalizzare i percorsi scolastici e riuscire ad ascoltare i ragazzi’, e la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, Azzurra Mottolese, che ha incentrato il suo intervento sulle ‘problematiche della dad, specie nelle zone rurali’.
De Martino ha invece evidenziato come la vita dei giovani si svolga ‘ormai prevalentemente sui social, che suono luoghi di incontro, di riconoscimento e ovviamente anche di commissione di reati. Ma anche l’informazione veicolata sui social è spesso non veritiera perché di fonte non genuina’, ha aggiunto il dirigente di polizia.
Laura Cartaginese, consigliera e vicepresidente della IX commissione consiliare della Pisana, ha centrato il focus sulla ‘povertà, non solo economica, che affligge il mondo minorile. Anche la carenza di pratica sportiva è molto diffusa e molto pericolosa in prospettiva futura’.
A chiudere i lavori, dopo gli interventi di alcuni ragazzi presenti, è stata Troncarelli: ‘ Oggi è stata una giornata molto particolare su una tematica molto delicata. Il post pandemia ci mette di fronte all’esigenza di entrare nel merito dei problemi oggettivi della nuova società che si è costituita, per questo gli atti della Regione sono e saranno sempre di più frutto di una collaborazione assidua tra politica, istituzioni, scuola e terzo settore: le politiche devono essere create assieme a chi vive quotidianamente quella determinata criticità ed esigenza. Spesso si dice che le risorse non sono mai sufficienti- ha chiosato l’assessore- io invece dico che ci sono ma che devono essere spese bene, e per farlo servono sinergia, collaborazione e concertazione. Siamo nel bel mezzo di una riforma del terzo settore, che vede un cambiamento anche culturale in tema di approccio istituzionale nei confronti della società le cui parole d’ordine sono co-programmazione e co-progettazione: se le facciamo funzionare, allora le risorse che prima erano solo in un capitolo di bilancio potranno arrivare ed entrare davvero nelle case delle famiglie del Lazio’.