Il popolo degli Equi (detti anche Equicoli) occupava la zona montuosa situata tra il lago del Fucino e la Valle dell’Aniene e confinava a nord-est con i Vestini Cismontani e i Sabini, a est con i Marsi, a sud con i Volsci e a ovest con i Latini e Roma.
Questo popolo viveva di caccia, pastorizia e agricoltura e le unità abitative erano localizzate nei Piani Palentini con la città di Alba Fucens, nella Valle del Salto, il cui centro principale era Nersae, e nella Piana del Cavaliere con Carseoli. Nell’età del ferro si disposero a corona intorno a questi siti egemoni che costituiranno i punti di riferimento civico anche per l’amministrazione di epoca romana.
Gli Equi vengono ricordati dalle fonti soprattutto per i loro interventi militari e per la forte opposizione ai Romani che, tra la fine del V e gli inizi del IV sec. a.C., attaccarono con rapide ed improvvise incursioni. Tra il 304 e il 303 a.C. il territorio equo venne conquistato e la sua popolazione completamente sterminata. I Romani fondarono le colonie latine di Carseoli e di Alba Fucens a salvaguardia di un territorio di grande rilevanza strategica per i collegamenti con l’area centro italica.
Una delle principali caratteristiche di questa popolazione antica è il rito della sepoltura. Sin dalla fine dell’età del Bronzo essa utilizzò le tombe a tumulo con corredi austeri ed essenziali limitandosi alle armi per gli uomini e alle fibule e bracciali per le donne. Tale essenzialità è in contrapposizione con la ricchezza delle deposizioni infantili piene di collane in ambra, fermatrecce, cinturoni, anelli e fibule in bronzo, bracciali in ferro. Il loro sistema politico-sociale era organizzato come una repubblica formata da diversi distretti territoriali denominati Pagi, comprendenti ognuno più Vici e Oppida. Le azioni militari degli Equi consistevano prevalentemente in imboscate e in veloci incursioni a scopo di saccheggio e tendevano preferibilmente ad evitare le battaglie in campo aperto. Queste azioni erano rivolte principalmente contro Roma e proprio le pressioni esercitate verso la pianura latina, condotte spesso al fianco dei Volsci, guadagnò agli Equi la nomea di nemici eterni dei romani. Al termine della Seconda guerra Sannitica nel 304 a.C., i Romani decisero che era giunto il momento di punire duramente gli Equi per l’aiuto offerto ai Sanniti nel corso del conflitto. In meno di due mesi, Giunio Bruto espugnò e distrusse la loro città principale, Trebula Suffenas, e sterminò le popolazioni eque che abitavano la zona appenninica. La fondazione delle colonie romane di Alba Fucens, avvenuta nel 303 a.C e di Carsioli nel 298 a.C., pose fine all’indipendenza degli Equi.
fonti storiche