Vicovaro – Grande interesse ha fatto riscontrare la presentazione del libro di Antonio Francesco Perozzi “Essere e significare” edito da Oèdipus 2019 svoltasi presso la Sala Consiliare del Comune di Vicovaro.
“Attraverso un’inflessione filosofica e metapoetica, l’autore racconta, in una serie di brevi poesie, lo sfaldamento del rapporto tra parole e cose. Punto di partenza del percorso è la sezione Soma simbolica: in questa fase, il soggetto riconosce l’onnipresenza del linguaggio nel vissuto dell’uomo, che non può essere raccontato né esplorato se non tramite le parole. Questo genera uno scollamento tra gli oggetti e i loro nomi che porta l’Io a smarrirsi all’interno di un universo tutto linguistico e simbolico (Cultura simbolica) e a non essere in grado di toccare il mondo nella sua immediatezza concreta (L’oggetto vergine). Illustra bene questa condizione di “soma simbolica”, un brano tratto dalla prefazione del Professore Francesco Muzzioli: “Può la parola poetica toccare le cose, o non finisce sempre per trasformarle in parole e quindi per toccare non altro che se stessa? Oppure, che è più o meno l’uguale, può la poesia toccare le cose quando le cose sono già state mangiate dalla cultura e quindi non sono più cose, ma simboli sociali? Mi pare che tutta la poesia di Perozzi si sviluppi nella tenaglia di queste due domande radicali, tentando di trovare gli spiragli di una risposta.” La seconda sezione, Discredito dell’uno, radicalizza il problema di questo scollamento, trasferendolo su un piano metafisico: se il linguaggio e le cose vivono scissi, allora la duplicità in generale è la condizione tragica e inevitabile dell’uomo, contrapposta alla pacificazione nell’Uno, che spetta solo al divino. In questa condizione, la poesia, riconoscendo la propria problematicità assoluta, finisce per deflagrare e ricadere continuamente su se stessa (Coordinazione), fino a una graduale afasia (Dispoesia). Ma questo approdo al silenzio è subito scongiurato dalla terza sezione, Incarnazione del Verbo, che, sul filo di un equilibrio instabile (Condizione postliminare), si trova ad oscillare tra l’impossibilità del silenzio e la necessità di una poesia che sia in grado di risolvere una volta per tutte questo conflitto. Una precaria ancora di salvezza è data dal rapporto tra corpo e parola, che trova la sua più chiara manifestazione nella voce (Innesti); ma la soluzione preannuncia una futura, nuova ricaduta, per ora tenuta lontana da un sentimento di contemplazione e insieme rassegnazione.”
Ma dell’opera si tornerà a parlare nuovamente l’8 dicembre 2019 nel corso dell’Evento Expo – Mercatini di Natale di Vicovaro.