Dalla Piana del Cavaliere ci si immerge in una area circondata di montagne bellissime sulle quali sono arroccati i piccoli centri del comprensorio zonale. Guardando verso Oricola, l’orizzonte si presenta affascinante indipendentemente se il cielo sia azzurro o grigio. Il borgo dominante di Oricola che segna il confine tra il Lazio e l’Abruzzo, guarda verso la capitale romana ed sembra essere lì a fare la guardia a tutta la Piana del Cavaliere. Il paese storico, sembra dunque assicurare una protezione aprendo la strada della storia, ma anche di bellezze da riscoprire. Guardando verso Oricola si sente un’aria positiva, un vento che soffia e che diventa sempre più intenso durante il percorso che conduce verso il centro storico. Una piccola perla, non una cosa fuoriposto, nemmeno una cicca per terra. Un borgo sempre ventilato, che offre però un panorama mozzafiato da qualsiasi angolazione lo si possa osservare, offrendo alla vista una sensazione di infinito, che sembra emulare l’effetto del mare anche se di un verde molto intenso. Nei suoi 810 metri di altitudine, si sente tutta la differenza dalla Piana, situata sempre nel medesimo territorio comunale. Il suo nome deriva molto probabilmente da “coriculum”, ovvero monte sassoso. Le prime notizie certe risalgono all’XI secolo: Berardino, discendente dei conti Marsi, verso il 1016, con l’aiuto di Riccardo il Normanno riuscì a strappare il Feudo di Carsoli ai propri fratelli Siginulfo, Rinaldo e Pometta. Uno di questi, Rinaldo, rifugiatosi ad Oricola, ne divenne il barone. Qualche decennio dopo, nel 1096, la vedova Aldegrina fece dono del “castello” di Oricola, insieme con quelli di Fossaceca, Camerata e Pereto, ai monaci di Montecassino. Nel XII secolo, sotto i Normanni, una metà della terra di Oricola passò sotto il dominio di Todino da Ponte, figlio di Oderisio, e l’altra metà fu concessa al fratello Rainaldo. Divenne poi feudo degli Orsini e, successivamente, dei Colonna, seguendo in ciò il destino di tutta la contea di Tagliacozzo. Nel 1806 venne tolta ad Oricola l’autonomia amministrativa e fu aggregata, insieme con Rocca di Botte, a Pereto. Poi solo nel 1907, questi due paesi della Piana del Cavaliere riuscirono a riconquistare la propria indipendenza amministrativa tuttora vigente.