Presentiamo un documento storico di vita quotidiana del Principe di Roviano
Cartolina della nonna Felice Filomarino in vacanza a Frascati nell’agosto del 1902
“Carissimo Marcantonio – gli scrive la nonna da Frascati il 6 agosto 1902 – qui si sta più freschi che a Roma dove fa molto caldo. In questo Hotel Frascati ci è stato Sciarra, Paterno ed altri. Io sto con Aspreno. Ieri andai con la vettura a Monteporzio, sito che tu conosci. Si vede Mondragone. E’ una bella campagna. Aria buonissima. Io penso di tornare a Roma sabato 9 agosto. T’abbraccio forte forte con Carlo e Bebella, ti do la S.B. Tua aff.ma Nonna Felice Filomarino”.Si, il nome della nonna è proprio Felice. Sebbene in alcune genealogie si legga Felicia e in altre Felice, in questa cartolina lei si firma chiaramente “Felice”.
Donna Felice, 7a principessa di Triggiano e Marchesa di Montescaglioso, era figlia di secondo letto di Don Giacomo Filomarino, 11° Principe della Rocca d’Aspro, e di Rosa Cattaneo della Volta, Marchesa di Montescaglioso. Era nata a Palo del Colle il 12 febbraio 1817 e il 21 aprile 1838, all’età di ventuno anni, aveva sposato a Portici Don Carlo Brancaccio dei Principi di Ruffano, dal quale tra il 1839 e il 1859 ebbe ben tredici figli, cinque femmine e otto maschi. Rimasta vedova nel 1868, il 25 ottobre 1873, all’età di cinquantasei anni, sempre a Portici, sposa in seconde nozze Don Girolamo Ruffo dei Duchi di Bagnara.
Quando nell’agosto del 1902 è in vacanza presso l’Hotel Frascati ha ormai ottantacinque anni (ma ne vivrà quasi altri cinque, morendo a Roma il 14 aprile 1907) e si trova in compagnia del suo undicesimo figlio, Aspreno Brancaccio, zio di Marcantonio. Marcantonio, essendo nato a Roma il 29 marzo 1879, ha invece ventitré anni e sta evidentemente trascorrendo un soggiorno estivo in Baviera, al n. 11 della Jagerstrasse di Bayreuth, dove la nonna Felice con calligrafia ancora ferma ed elegante gli invia la cartolina con i saluti suoi e di Carlo e Bebella. Carlo è il fratello di Marcantonio e Bebella probabilmente il soprannome della sorella Maria Eleonora (Carlo è morto scapolo e quindi Bebella non può essere sua moglie).
E’ possibile che il giovane Marcantonio, di buona famiglia e di buona istruzione (nel 1890, a undici anni, era fra gli allievi del Nobile Collegio Mondragone, come sembra ricordargli la nonna nella cartolina) si trovi in Germania per ascoltare buona musica. Bayreuth è infatti nota come la città di Richard Wagner, non solo perché il compositore nato a Lipsia nel 1813 e morto a Venezia nel 1883 è lì sepolto ma anche perché proprio a Bayreuth Wagner organizzò per la prima volta nel 1876 il suo Festival che si tiene ogni anno presso la Festspielhaus, proprio tra i mesi di luglio e agosto. Intorno a quegli anni, tra il 1902 e il 1904, Marcantonio Brancaccio fu insignito del titolo di Principe di Roviano, con Regio Decreto dell’11 aprile 1904. Questo perché il feudo di Roviano, prima possedimento dell’Abbazia di Subiaco e poi nel corso dei secoli, a partire dal 1200, dei vari rami della famiglia Colonna e poi dei Barberini finì, nel 1872, alla famiglia Massimo per poi essere rilevato, il castello ed altri possedimenti, dai Brancaccio proprio nel 1902 quando i Massimo rinunciarono al titolo. E si da il caso che il marito di Maria Eleonora, sorella di Marcantonio Brancaccio, nata a Roma nel 1875 e morta sempre a Roma nel 1943, fosse proprio un esponente di quella nobile famiglia: Don Francesco Massimo, 4° principe di Arsoli e zio del nostro Marcantonio Brancaccio. Il quale Marcantonio visse ottantadue anni, morendo a Roma il 5 novembre1961, avendo contratto un solo matrimonio, il 1° aprile 1959 alla bella età di ottant’anni, con tale Fernanda Ceccarelli, di anni cinquantadue. Non avendo ovviamente avuto figli, il titolo di Principe di Roviano è quindi tornato ai Massimo nella persona di Don Fabrizio, patrizio romano, nobile di Tivoli, nobile di Velletri, Principe di Roviano, Principe di Triggiano, Duca di Lustra e Marchese di Montescaglioso che, nato a Roma nel 1963 da Don Filippo e Maria Luigia Capparella, ha avuto aggiunto al suo il cognome di Brancaccio, con Decreto Presidenziale italiano del 7 settembre 1968. Padre di quattro figli, due maschi e due femmine, Don Fabrizio Massimo Brancaccio ha imposto a uno dei due eredi maschi il nome di Marcantonio.
(La rubrica Historia è curata da Ivan Cicchetti)