Oggi, lunedì 8 giugno, il tenore Matteo Macchioni acclamato dal pubblico e dalla critica internazionale, festeggia 10 anni di carriera.
Dal Teatro Verdi di Salerno, in cui si esibì nel 2010 nell’”Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, in questi anni ha calcato i palchi di teatri internazionali prestigiosi, come il Teatro alla Scala di Milano e il Royal Danish Theatre di Copenaghen.
Dopo l’esperienza televisiva al talent “Amici di Maria De Filippi”, infatti, dieci anni fa venne notato e scritturato per il ruolo di Nemorino nell’”Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. Esordì, così, al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno sotto la direzione del Maestro Daniel Oren, registrando il tutto esaurito e ricevendo numerose attestazioni di stima da parte dei media e della critica.
Negli anni Matteo Macchioni ha calcato i palcoscenici di alcuni tra i più importanti teatri d’Italia e del mondo, interpretando ruoli di rilievo in celebri opere liriche. Alla Scala di Milano è apparso ne “La gazza ladra” di Rossini, diretta da Riccardo Chailly per la regia di Gabriele Salvatores. Tra i suoi impegni più recenti si ricorda l’interpretazione di Don Ottavio nel “Don Giovanni” di Mozart al Theater Freiburg in Germania, “Guillaume Tell” di Rossini al Festival di Erl e Ferrando nel “Così fan tutte” di Mozart al Royal Danish Theatre di Copenaghen. A dicembre è tornato in Italia per i “Concerti di Natale” riscuotendo un grandissimo successo.
«Sono trascorsi 10 anni da quando ho messo per la prima volta i piedi su un palcoscenico operistico. Era il Teatro Verdi di Salerno nel 2010 e mi sembra sia ieri – racconta il tenore Matteo Macchioni –: da allora ho cantato in 3 diversi continenti, ho fatto centinaia e centinaia di performance in giro per il mondo, ma mi sento soltanto all’inizio di un cammino sempre più ampio, che mi porterà ancor più lontano. Festeggio questi dieci anni come se fossero un nuovo inizio e una nuova rinascita, verso nuovi palchi, nuove emozioni, nuovi traguardi. Mando un bacio a tutti coloro che, in questo primo decennio di carriera, mi hanno sempre amato, sostenuto e seguito. Ad maiora semper».