Roviano. Mercoledì 04 marzo il corpo di Alberto sarà riesumato, per volontà del legale di uno degli imputati, l’avvocato Giulia Buongiorno, con la forte disapprovazione della famiglia. Su Facebook però molti disapprovano questa decisione, ed aderiscono alla pagina “Alberto non riposa in pace”, dove viene narrata la vicenda del giovane musicista di Roviano pestato a sangue nel rione Monti di Roma, con conseguenze fatali. “I genitori di Alberto chiedono, attraverso richieste d’intervento presso il Tribunale di Roma al presidente della Repubblica e al Ministro di Grazia e Giustizia, che venga revocato l’incidente probatorio richiesto dalla difesa, e di conseguenza annullata la richiesta di riesumazione della salma, che risulterebbe un’ulteriore violenza del corpo di Alberto, già martoriato dalle percosse e dai quasi quattro anni di malattia e interventi chirurgici”. Nella pagina viene narrata la triste vicenda, spiegando le ragioni dei genitori di Alberto: Il 26 giugno 2011 il musicista Alberto Bonanni è stato aggredito, come da cronaca nazionale, al Rione Monti in Roma. A seguito delle percosse riportate, il ragazzo viene ricoverato al San Giovanni, con la diagnosi di trauma cranico con lesioni profonde ed entra in coma.Gli aggressori vengono individuati e perseguiti. In prima istanza, due di loro, tutti di età compresa tra i 17 e i 23 anni, vengono condannati a nove anni, avendo accettato il rito abbreviato. Gli altri quattro vengono rinviati a giudizio: la condanna è di lesioni gravi per futili motivi.
In appello la condanna viene commutata a tentato omicidio, e la pena viene elevata a tredici anni e sei mesi per due di loro nell’Aprile 2013.
Dopo tre anni e sei mesi muore il 06 dicembre 2014. Nel corso di questi tre anni Alberto ha subito continui ricoveri presso strutture pubbliche e private, dove veniva testato sia lo stato che l’aggravamento della sua salute, sempre più precarie a seguito del trauma subito. In seguito al decesso del ragazzo, la Magistratura riapre il fascicolo del processo per omicidio. A tre mesi dalla morte, il legale di uno degli imputati, chiede l’incidente probatorio, quindi la riesumazione della salma per eseguire un’autopsia.
Per questo i genitori di Alberto chiedono, attraverso richieste d’intervento presso il Tribunale di Roma al presidente della Repubblica e al Ministro di Grazia e Giustizia, che venga revocato l’incidente probatorio richiesto dalla difesa, e di conseguenza annullata la richiesta di riesumazione della salma, che risulterebbe un’ulteriore violenza del corpo di Alberto, già martoriato dalle percosse e dai quasi quattro anni di malattia e interventi chirurgici. La Magistratura ha la possibilità di valutare le ragioni della sentenza basandosi sull’infinità di documenti e perizie già agli atti. Quali ulteriori dubbi dovrebbe fugare l’ennesimo martirio del corpo di Alberto e del dolore della sua famiglia? Possibile non conti nulla la loro espressa volontà di lasciare in pace il proprio figlio e di avere loro stessi la pace, l’unica cosa che chiedono come esito di questa drammatica storia?”