Carsoli. Prosegue nel nostro territorio la protesta contro la riforma della scuola voluta dal governo Renzi. Dopo lo sciopero dei giorni scorsi, culminato con l’affissione di uno striscione sul portone principale della scuola Elementare Carlo Scarcella, questa volta l’oggetto della protesta diviene la prova Invalsi, odiata dagli studenti e introdotta per la prima volta nelle scuole italiane il 17 Giugno 2008. La prova, che ha lo scopo di valutare il livello di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo anno, ha un contenuto identico per tutti gli allievi delle scuole italiane e un criterio di valutazione fondato su un sistema a riposta multipla, che renderebbe complicato quella che è stata definita la “tendenza al cheating” di molti studenti italiani, ovvero i tentativi di copiare per ottenere risultati migliori. Come è accaduto e accade in diverse città italiane, anche a Carsoli molti genitori hanno fatto sentire il loro dissenso per un tipo di prova che ricalca un sistema “aziendalistico” e poco scolastico, fondato su un criterio di competizione che ha poco, o nulla, a che vedere con le capacità critiche degli studenti. Emblematici, a tal proposito, i cartelli esposti appena al di fuori dell’istituto scolastico, che recitano chiaramente “No alle Invalsi, si al vero sapere” e “Valutati e non schedati”, opponendosi chiaramente ad un tipo di sistema che non premia la capacità critica e creativa degli studenti, ma valuta solamente la capacità sterile di rispondere a delle crocette.
La speranza dei genitori è che il loro grido non rimanga inascoltato, ma che invece possa contribuire ad una riforma scolastica razionale, ponderata, che punti all’apprendimento indiscriminato dei discenti, senza creare una divisione tra scuole di serie A e scuole di serie B.
(Antonio Di Francesco)