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I tesori dei Monti Simbruini e l’Aniene su Rai due al “Provinciale” di Federico Quaranta

Jenne – E’ stata trasmessa oggi una nuova ed oltremodo interessante tappa del viaggio de “Il Provinciale” il programma condotto da Federico Quaranta nell’Italia meno conosciuta, ma fortemente suggestiva. Protagonisti i tesori dei Monti Simbruini, Fondi di Jenne e tutta la piana è stata descritta così come le peculiarità del territorio, le sorgenti dell’Aniene, in modalità magistrale con riprese mozzafiato.

Federico Quaranta è andato alla ricerca proprio di quell’acqua le cui sorgenti nascono sulle montagne e nelle valli limitrofe al capoluogo laziale. Partendo dal lago di Posta Fibreno, che nasconde al suo interno un’isola galleggiante già conosciuta in antichità, percorrerà la Valle di Comino, in Ciociaria, seguendo diversi corsi d’acqua, dal Fiume Melfa, caro anche a Papa Giovanni Paolo II, a un torrente che, fin dal Neolitico, ha scavato le rocce di una montagna creando nei secoli le meravigliose Grotte di Pastena.

Al confine tra la provincia di Frosinone e quella di Roma poi, ha scoperto  dove nasce uno dei più importanti affluenti del Tevere, l’Aniene, da cui sono stati costruiti quattro acquedotti che portavano a Roma acqua purissima.

Da qui ha poi perforso  tutto il Parco Naturale dei Monti Simbruini, che già nel nome contiene il senso del nostro viaggio. Infatti, Simbruini deriva dal latino “sub imbribus“, sotto le piogge.

La catena montuosa comprende sette comuni tra cui Jenne perla della Valle Aniene e poi  il più celebre dei quali è certamente Subiaco, nel cuore della Valle dell’Aniene. Proprio qui Nerone fece costruire delle dighe per sbarrare il corso del fiume e formare, intorno alla sua villa, di cui oggi restano pochi ruderi, tre laghi artificiali, i “simbruina stagna”, da cui il nome stesso di Subiaco (sotto i laghi).

Ma questo comune è celebre soprattutto per la presenza fondamentale, a partire dal Medioevo, di San Benedetto da Norcia e dei Benedettini, i quali fecero edificare diversi monasteri intorno ai quali si costituirono delle vere e proprie comunità. Sempre ai Benedettini si deve la realizzazione, a Subiaco, del primo libro stampato in Italia. Un’opera rivoluzionaria che diede la possibilità di una diffusione della cultura certamente più capillare.

Il cammino si è poi concluso a Camposecco di Camerata Nuova