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Il bacino di San Giovanni a Tivoli

TIVOLI – Il bacino di regolazione di San Giovanni, a servizio dell’omonima derivazione idroelettrica,
venne realizzato negli anni compresi tra il 1925 ed il 1928, sbarrando con un argine in terra,
rivestito in lastre di calcestruzzo, il corso del fiume Aniene in corrispondenza dell’imbocco dei
due antichi cunicoli Gregoriani che, aggirando l’abitato di Tivoli, immettono direttamente le
portate di piena del corso d’acqua nel sottostante canalone formando la grande cascata.
• L’opera costituisce un elemento di notevole alterazione ambientale, avendo determinato il
sostanziale prosciugamento del paleoalveo che si articolava all’interno del centro abitato di
Tivoli e la scomparsa delle cascate naturali che costituivano una delle maggiori attrattive della
cittadina laziale, unitamente alle inestimabili testimonianze archeologiche ed architettoniche
(Villa Adriana, ponte Lucano, giardini e fontane di Villa d’Este) costituenti patrimonio
dell’umanità.
• L’impianto in questione costituisce una sostanziale alterazione del regime idrologico naturale
del fiume, senza peraltro fornire una sostanziale capacità di laminazione a salvaguardia della
pubblica incolumità, ed inoltre si caratterizza per valori poco significativi dal punto di vista
industriale; pertanto si ritiene proponibile, in un orizzonte temporale che tenga conto delle
differenti situazioni di fatto e di diritto sussistenti, la rimozione dell’opera di sbarramento ed il
ripristino ambientale dei luoghi, comprensivo della riattivazione delle cascate naturali, tramite i
seguenti interventi :