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Il Campidoglio ospita la “Giornata dell’Archeologia italiana all’estero”

ROMA – L’iniziativa vuole attribuire un riconoscimento alla pluridecennale eccellenza del lavoro degli archeologi italiani in tutto il mondo. L’Italia è impegnata da anni nell’organizzazione e nel co-finanziamento di Missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche fuori dei confini nazionali. Sono attività presenti in tutti i continenti (66 Paesi) e coprono diversi ambiti disciplinari, dalla paleoantropologia alla preistoria, dalle civiltà palaziali all’archeologia classica, medievale, bizantina e islamica. Solo nel 2022 la Farnesina ha finanziato 246 missioni.

All’evento in Campidoglio partecipano gli Ambasciatori dei Paesi nei quali operano le missioni, qualificati rappresentanti del mondo istituzionale e accademico e 180 Direttori di missione archeologica.

Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La Giornata della archeologia italiana all’estero “rappresenta innanzitutto un doveroso riconoscimento a tutti coloro che ogni giorno con dedizione portano avanti il testimone di questa eccellenza italiana nel mondo“. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio alla Giornata della archeologia italiana all’estero. Una giornata definita dal Presidente “preziosa” per confrontare l’esperienza maturata all’estero e “rafforzare il ruolo delle missioni archeologiche sotto il coordinamento del ministero degli Affari Esteri e la promozione dell’Italia sotto il profilo culturale e scientifico“.

L’intervento del Sindaco Gualtieri

Sono davvero felice e onorato che questa prima Giornata dell’Archeologia Italiana all’estero si svolga qui in
Campidoglio, ringrazio i ministri Tajani e Sangiuliano per la partnership che ci ha visto collaborare all’organizzazione di questo evento e per aver scelto Roma e il Campidoglio come sua sede.

Effettivamente penso non potrebbe essere sede più appropriata e densa di significati per incontrare un’eccellenza straordinaria italiana come le missioni archeologiche di italiani all’estero. Siamo in un luogo la cui straordinaria e incredibile stratificazione storica riverbera il passato sul presente, uno dei più importanti siti del mondo archeologico, ma siamo anche a pochi passi da Palazzo Caffarelli dove, nel 1829, fu fondato l’Istituto di corrispondenza archeologica. Fu la prima organizzazione permanente di collaborazione archeologica al livello europeo e dà lo spunto della straordinaria stagione di scavi e di studi che aveva preso inizio alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo e della affluenza di studiosi qui a Roma. Un patto di studio e divulgazione delle conoscenze che ha avuto una funzione così importante per lo sviluppo e il consolidamento delle discipline archeologiche che vedono l’Italia primeggiare e che sono uno strumento straordinario di conoscenza, di cooperazione e di politica internazionale.

L’Italia ha questa capacità straordinaria di mettere a servizio un sapere denso, ricco e stratificato e di farlo per aiutare a comprendere e conoscere la propria storia, attraverso un dialogo, una cooperazione culturale che è funzionale a far aiutare ciascuno ad assumere maggiore consapevolezza di se stesso. È un bellissimo modello di multilateralismo fondato sul rispetto, sulla valorizzazione di tutti i soggetti ma anche sulla consapevolezza che tutte le storie hanno dietro radici e legami complessi.

La funzione delle missioni italiane è stata ed è straordinaria, ha assunto spesso anche un rilievo pubblico importantissimo che dà lustro al nostro Paese ma dà soprattutto uno strumento così importante che si chiama un ‘soft power’, una capacità di diplomazia politico culturale che è merce preziosissima e la cui importanza ci piace sottolineare proprio in un momento in cui il mondo e l’Europa sono insanguinati invece dalla logica terribile della guerra di aggressione scatenata dalla Russia”.