Tivoli – Un fascino che si tramanda di generazione in generazione quello del “Carnevale di Tivoli”. E la storia di questa antica manifestazione ci conduce fin nel lontano 500.
Tutto nacque – verso la fine del 500, – spiega Giorgia Bitocchi – esattamente da quando si consolidò la residenza del Cardinale Ippolito d’Este, Tivoli era una piccola cittadina di preti e di contadini, dove si conduceva una vita semplice e patriarcale e dove la nobiltà antica era povera e rigida.
Fu proprio il cardinale Ippolito d’Este a invitare a Tivoli varie personalità nobiliari del tempo, per far trascorrere il periodo di carnevale in compagnia e felicità, anche perché in molte case di famiglie nobili tiburtine, già si ballava per passare questa festa in lieta compagnia. I tiburtini iniziarono a festeggiare il carnevale con le sfilate dei carri e le figure lavorate con la cartapesta risultavano di così ottima fattezza da richiamare veri e propri bagni di folla lungo le vie della città nelle giornate dedicate alle manifestazioni. A quel tempo per i carri lo stato destinava una cifra paragonabile ai 40/50 milioni di euro.
Si realizzavano carri grandiosi e manifestazioni stupende.
Nel tempo il carnevale a Tivoli diventò sempre più spoglio e non più come una volta.
A causa della seconda guerra mondiale i festeggiamenti si interruppero per alcuni anni. Ma nel 1974, quando un gruppo di volontari, decise di far rivivere alla città le antiche spensieratezze, si riunirono e dettero vita al Comitato Centrale Festeggiamenti Tiburtini. Nel 1975 i sacrifici furono grandi: l’amministrazione comunale assegnò un’area su cui i componenti del comitato costruirono dei capannoni artificiali per iniziare l’allestimento dei carri. Così nel 1976 Tivoli tornò a vedere sfilare per le sue vie quelle imponenti figure di cartapesta.
Origini del Carnevale di Gino Mezzetti
Il Carnevale tiburtino, di tradizione molto antica, è ricordato in alcune vecchie stampe francesi. A Tivoli, le festività venivano aperte nella nottata che precedeva la festa di S. Antonio, e a dare inizio alla festa erano solitamente le ” Livarole ” o più precisamente “le Ghiogghiare” cioè le giovani raccoglitrici delle olive, che stazionavano a Tivoli e nelle campagne limitrofe, ingaggiate dai grandi proprietari terrieri della nostra città limitatamente per il periodo stagionale.
Queste giovani , organizzate in gruppi dotate di tamburelli e caccavelle, giravano lungo le vie cittadine in piena notte accompagnandosi con le loro allegre stornellate dispettose. In prossimità della piccola chiesa di S. Antonio Abate, in via Maggiore, si accorgevano immancabilmente di non essere più sole poiché gli abitanti della zona, anch´essi dotati di tamburelli, caccavelle e del popolare “triccheballacche” napoletano scesi a loro volta in strada festeggiavano l´inizio del Carnevale.
Arrivando ad oggi per noi adolescenti questi carri sono molto belli ma per gli adulti sono spogli. Questi festeggiamenti non saranno e sono più come una volta.
Tivoli si prepara al suo Carnevale. Un carnevale tutto nuovo all’ insegna delle tradizioni più antiche e di quelle più recenti. L’edizione 2018 del Carnevale di Tivoli sarà un connubio tra i tipici festeggiamenti degli ultimi decenni e quelli legati alle origini del cinquecentesco carnevale tiburtino. Oltre alle sfilate dei carri e dei gruppi allegorici al centro di Tivoli e nei vari quartieri, torneranno le sfilate nel cuore del centro storico come si faceva ai tempi del “Cardinale Ippolito d’Este.“
Una miscela di tradizione e rinnovamento che con creatività, divertimento, gioco e storia sono i concetti alla base di un programma intenso, e pieno di iniziative differenti, nato dallo spirito creativo di associazioni, scuole e attività commerciali per far vivere appieno l’atmosfera gioiosa e “buffonesca” del Carnevale in tutte le vie del comune tiburtino. Musica, danza, teatro, mostre, concerti, balli in maschera e feste per bambini affiancheranno le immancabili sfilate dei carri. Piogge di coriandoli, vortici di stelle filanti e maschere in ogni vicolo nel festival del Carnevale Tiburtino.
La ricerca è stata realizzata nel 2018 dall’Istituto Baccelli di Tivoli, scritta dall’alunna Giorgia Bitocchi sotto l’egida della Professoressa Cecilia Gentili