Avezzano – La domanda sorge spontanea, il collasso delle strutture sanitarie piene di ricoverati per emergenza covid e sature all’inverosimile sarebbero la vera causa dei provvedimenti restrittivi presi a macchia di leopardo sulle varie zone della Marsica.
In molti casi l’incidenza dei contagi è peraltro bassa, come nel caso di Tagliacozzo (36 contagi) come per Carsoli (52 contagi di cui la metà localizzata nella frazione Tufo), mentre negli altri comuni della Piana del Cavaliere ad esempio contagi molto bassi come Oricola con 4, Pereto con 5 e Rocca di Botte con 12.
Però si diventa zona rossa. Si cerca di capire il motivo, e l’ordinanza del governatore lo lascia trasparire. Le zone sono piu’ a livello preventivo in relazione all’esigenza di trattamenti sanitari che non possono essere più erogati. In pratica per salvare taluni si rischia di ucciderne talaltri.
Si perchè anche psicologicamente la gente non ce la fà piu’. E mentre l’Italia si avvia all’arancione generalizzato e si parla di allentamenti da fine Aprile, in queste zone lo spettro del lockdown permanente effettivo aleggia continuamente. Si perchè non è che la questione dell’Ospedale di Avezzano si risolve, le criticità sono e restano quelle. Solo ora chi ha avuto la sorte di avere la residenza in Abruzzo, e specificamente in Marsica o Piana del Cavaliere, si rende conto di come non sia piu’ una mera formalità anagrafica non sostanziale.
La piattaforma vaccini è stata attivata ieri in Abruzzo, mentre nel Lazio è ormai in funzione da mesi, e il numero dei vaccini è sempre piu’ esiguo. Il centro vaccinale a Carsoli è stato aperto grazie alla disponibilità dell’amministrazione, ma ha funzionato per un pomeriggio poichè dalla Asl nessun arrivo di dosi.
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E’ chiaro che il prolungarsi eccessivo di queste restrizioni non fa altro che aumentare problematiche di natura economica e psicologica, quindi a breve si potrebbe arrivare al momento di rottura della corda di acciaio che rischia di far spostare la gente dagli affossati divani, alla discesa nelle piazze.