Avezzano – Festa in anticipo per Santa Cecilia, la cui ricorrenza è del prossimo 22 novembre. Il coro polifonico “Piana del Cavaliere” ha animato la celebrazione liturgica solenne che si è svolta nel pomeriggio odierno alle ore 17.30 presso la Cattedrale di Avezzano.
Il repertorio scelto dalla Maestra Beatrice Minati, ha fatto riscontrare un particolare apprezzamento tra i fedeli marsicani che hanno assistito e vissuto la Santa Messa.
Questa la sequenza dei brani sacri:
Al signore canterò
Liturgia di Gounod
Alleluia di MOZART
Ave Maria di Caccini
Ave VERUM diMozart
So che sei qui
La celebrazione è stata presieduta dal parroco della Cattedrale don Claide Berardi, già parroco di Carsoli, e concelebrata con l’attuale parroco Don Roberto Cristofaro e dal parimenti ex parroco Don Enzo Massotti.
Al termine della celebrazione liturgica, il coro con gli autorevoli prelati si sono intrattenuti in una conviviale presso una attività ricettiva di Avezzano all’insegna dei canti sacri e dello stare insieme in sicurezza.
SANTA CECILIA Fu una giovane romana, martire al tempo di Urbano I (222-230), il cui culto risale al V secolo. Secondo la tradizione fu una nobile fanciulla cristiana che la sera delle nozze rivelò a suo marito di essersi convertita al Cristianesimo, facendo voto di castità ed inducendo anche lui alla conversione. Venne uccisa con la decapitazione dopo suo marito Valeriano, il fratello del marito Tiburzio e Massimo.
Alla morte di questi, un certo Almachio volle impossessarsi dei beni dei due fratelli, mandò a prendere Cecilia, la interrogò e la condannò a morte, facendola immergere in liquidi bollenti, ma la donna ne uscì illesa. Si optò allora per la decapitazione, dopodiché la giovane sopravvisse tre giorni, durante i quali riuscì a donare tutti i suoi beni ai poveri e la sua casa alla Chiesa.
Mancando documenti scritti, si pensa che questa sia una leggenda e che comunque Cecilia non abbia subito il martirio. La giovane venne sepolta nelle Catacombe di S. Callisto, in un posto d’onore, accanto alla “Cripta dei Papi”. Più tardi il Papa Pasquale I, grande devoto della Santa, ne trasferì il corpo nella cripta della basilica di Trastevere, a lei dedicata.
Alla fine del ‘500 il sarcofago venne aperto ed il corpo di Santa Cecilia apparve in uno stato di conservazione eccezionale, avvolto in un abito di seta e d’oro. Tornando alla tradizione popolare, si racconta che durante la cerimonia nuziale, “mentre risonava la musica, Cecilia in cuor suo cantava la sua preghiera”. Questo episodio fece sì che la Santa venisse da allora considerata patrona dei musicisti.