Il fascino della notte di San Lorenzo, stelle cadenti e desideri che si avverano in uno sguardo verso il cielo
La notte della tradizione è quella del 10 agosto, ma di stelle cadenti nel 2019 se ne vedranno di più fra lunedì 12 e martedì 13
Redazione – La notte di San Lorenzo da sempre porta con sè un certo fascino e mistero. Attesa da tante generazioni con lo sguardo verso l’alto ed apprezzare uno dei fenomeni più magici: vedere la stella cadente ed esprimere un desiderio. La leggenda narra che si avveri. Ma cerchiamo di capire l’origine di questa notte. Un tempo si pensava fossero le lacrime del Santo per l’appunto di San Lorenzo. Successivamente però la scienza ha spiegato che è uno sciame meteoritico ed il fascino delle stelle cadenti resta immutato. Il 10 agosto è il giorno canonico, ma ci sono anche i giorni successivi per vedere al meglio la pioggia di meteore.
L’appuntamento ideale è per la sera di lunedì 12 agosto. Le Perseidi saranno più nitide in cielo nelle notti successive al 10, in particolare in quella fra il 12 e il 13. In realtà le stelle cadenti si chiamano Perseidi, perché le si vede vicino alla costellazione di Perseo, e sono meteore. Il fenomeno della caduta è dovuto all’impatto con l’atmosfera delle polveri lasciate dei passaggi della cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862, il cui ultimo passaggio risale al 1992. Bruciano e lasciano una scia nel cielo. Questi grani di polvere penetrando a gran velocità nell’atmosfera terrestre, bruciano per attrito, lasciando così nel cielo la caratteristica scia. È stato l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, nel XIX secolo, a collegare meteore e cometa. Il fenomeno è ciclico, visibile tutti gli anni. I Romani lo interpretavano come una pioggia propizia. Era il dio Priapo a mandarla per fecondare la terra dei campi.
La tradizione popolare collega il fenomeno astrale al martirio di San Lorenzo, che venne bruciato nel 258, la cui ricorrenza si celebra proprio il 10 agosto. Le lacrime ricordano i carboni ardenti del martirio. La fama della notte di San Lorenzo è stata amplificata anche da una poesia: X agosto di Giovanni Pascoli. Il poeta la compose in memoria del padre Ruggero, assassinato in circostanze misteriose il 10 agosto 1867. L’incipit è questo: «San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla». Non serve il telescopio per vederle ma basta un punto buio. Quest’anno la Luna non sarà favorevole: sarà piena il 15 agosto, quindi già molto luminosa nelle notti precedenti. Il suggerimento degli astronomi è di guardare verso Nord Est a notte inoltrata o all’avvicinarsi dell’alba con sciame più intenso e Luna tramontata. All’alba, spiegano dal Virtual Telescope, «l’osservatore è sulla parte della Terra che avanza lungo la propria orbita verso le polveri cometarie, dunque è come se vedesse dal “parabrezza”, anziché dal “lunotto” posteriore del nostro pianeta».