Roccagiovine – A soli cinque chilometri dalla Tiburtina Valeria, e quindi facilmente raggiugibile dalla A24 troviamo l’affascinante borgo di Roccagiovine. Un viaggio nel cuore della Valle Aniene in una location con vedute stupende e ricca di storia e di antica cultura.
Le origini dell’insediamento sembrano potersi riferire alla presenza di un edificio templare di età romana dedicata alla Dea Vacuna che doveva sorgere in località Colle S. Angelo.
Tuttavia, a testimonianza di queste fasi antiche rimane solo una epigrafe murata sulla cinta del castello e resti poco leggibili di tombe immediatamente fuori del perimetro del borgo. Testimonianze archeologiche riferibili al Neolitico finale (IV mill. a.C.) sono state rinvenute nei pressi del campo sportivo. Sulla fascia pedemontana e lungo il torrente Licenza sono state individuate alcune ville rustiche e residenziali di età repubblicana e imperiale. Nel medioevo il borgo di Roccagiovine venne edificato in un fondo di proprietà del vicino monastero di S. Cosimato che nel 1241 ne fece cessione al monastero di SS. Sebastiano e Fabiano di Roma. Divenuto possedimento degli Orsini nel XVI sec. mutò parzialmente di proprietà nel 1687 e divenne un possedimento della famiglia Borghese. Sotto il dominio Borghese il nucleo di Roccagiovine subì una fase di spopolamento superata solo alla fine del XVII secolo quando venne ricolonizzato ed il castello acquistato da Nunez Sanchez che lo cedettero nel 1821 al marchese Del Gallo.
II piccolo borgo di Roccagiovine, dominante da uno sperone roccioso la valle del torrente Licenza, costituisce l’unico paese il cui territorio ricade interamente nel Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili. La posizione interna all’area protetta ne fa uno degli ingressi al cuore del Parco stesso verso gli altopiani carsici di Campitello e del più vasto Pratone di Monte Gennaro. I fitti querceti con roverella (Quercus pubescens), carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), albero di Giuda (Cercis siliquastrum) vengono localmente sostituiti, poco oltre il paese, da castagneti (Castanea sativa) e in quota da fitte formazioni boschive con cerro (Quercus cerris), acero di monte (Acer pseudoplatanus), acero d’Ungheria (Acer obtusatum) e sui versanti delle aree più elevate da boschi misti dove prevale il faggio (Fagus sylvatica) e il cerro con un sottobosco ricco di agrifoglio (Ilex aquifolium). La comunità animale che frequenta i diversi ambienti è ricca di specie rare e localizzate. Nei boschi ripariali dei torrenti, compreso il Licenza, ai margini dei coltivi dove s’incontra il tasso (Meles meles) è frequente l’istrice (Hystrix cristata), mentre i boschi più interni forniscono l’habitat favorevole alla presenza della rara martora (Martes martes); inoltre i corsi d’acqua più interni e meno disturbati sono frequentati da un altro raro mustelide, la puzzola (Putorius putorius), mentre la lepre (Lepus europaeus) si sposta nelle aree più interne quale la zona di Prato delle Forme. Il lupo (Canis lupus), comune fino alla fine del secolo scorso proprio in questo settore dei Monti Lucretili, frequenta attualmente con sporadicità questi rilievi perimetrali il parco probabilmente in seguito all’aumento numerico del cinghiale (Sus scrofa), preda comprovata del carnivoro. I settori più conservati e protetti dei corsi d’acqua annoverano la presenza del raro merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), mentre sia la poiana (Buteo buteo) sia lo sparviero (Accipiter nisus) frequentano le fitte formazioni forestali. Occasionale l’osservazione del picchio muratore (Sitta europaea) mentre nel fitto dei boschi si possono udire i colpi ritmici del picchio verde (Picus viridis) che scava i tronchi degli alberi per costruirsi il nido.