Roma – Alle riaperture dei ristoranti e di un minimo di vita normale con le zone gialle, il governo riapre però anche la scure del fisco: una mole immensa di cartelle esattoriali è dunque in arrivo a partire dal primo maggio.
Il Fisco dopo un lungo stop torna dunque a battere cassa per 35 milioni di versamenti rimasti sospesi a seguito dell’emergenza Covid in Italia. In alcuni casi, però, sarà possibile chiedere la rateizzazione, anche se non si sono saldate le rate scadute precedentemente.
Con la scadenza della proroga del 30 Aprile dunque riprenderanno con data 1 Maggio 2021:
- i termini di versamento derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivi, avvisi di addebito Inps la cui scadenza rientra nel periodo 8 marzo 2020-30 aprile 2021 (già prorogati al 28 febbraio e poi al 30 aprile)
- le attività di notifica di nuove cartelle e avvisi esecutivi previsti dalla legge, relativi alle entrate tributarie e non (già prorogati al 28 febbraio e poi al 30 aprile)
- i pignoramenti presso terzi relativi alle somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego (già prorogati al 28 febbraio e poi al 30 aprile)
- i pagamenti delle rate dei piani di rateazione precedentemente richiesti che scadono tra l’8 marzo 2020 e il 30 aprile 2021 (mentre i pagamenti sospesi dovranno esser effettuati entro il 31 maggio 2021).
La riscossione riprenderà dopo la sospensione approvata per fronteggiare l’emergenza Covid, ma solo in alcuni casi si potrà richiedere la rateizzazione dopo non aver saldato le rate scadute.
Le normative vigenti prevedono peraltro l’accesso a piani di rateizzazione preventivi al saldo del debito col Fisco. Alcuni contribuenti, allo scadere della sospensione dei versamenti approvati dal Governo nell’ultimo anno, potranno comunque richiedere di pagare a rate anche se non si sono saldate quelle precedenti.
Quindi
- possono richiedere una nuova rateazione entro il 31 dicembre 2021, senza prima saldare le rate scadute quelli che hanno visto decadere i piani di dilazione in essere prima della pandemia (ovvero i contribuenti con piani di rateizzazione decaduti prima della sospensione dell’attività di riscossione a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza);
- quelli invece che beneficiano della sospensione dei pagamenti fino al 30 aprile 2021, al contrario, in caso di decadenza della rateizzazione non possono richiedere un nuovo piano di dilazione se non hanno prima pagato le rate scadute.
In ogni caso, la durata del nuovo piano di dilazione non potrà mai essere superiore al numero di rate non ancora scadute alla data della nuova richiesta di dilazione.
Va anche ricordato che per le richieste di dilazione del pagamento presentate entro il 31 dicembre 2021, la soglia per ottenere avere accesso al piano rateale passa da 60 mila a 100 mila euro, senza l’obbligo di presentare il modello ISEE.
Infine, per le richieste di rateizzazione presentate fino al 31 dicembre 2021, il mancato pagamento di dieci rate, anche non consecutive – invece delle cinque rate ordinariamente previste – comporta la decadenza del piano di rientro.