Farsi gli affari altrui a volte può dare dipendenza.
Dico questo perché, come me, sei di nuovo qua, avido di conoscenza e pettegolezzi. Perché, quindi negarti questo piacere? Impossibile farlo quando, tra le strade ricche di mormorii della città di Pretori, il crimine continua a serpeggiare indisturbato avvolgendo sempre di più nelle sue trame la povera Clotilde, ormai fedele alleata del Commissario Rosati. Ma che impatto potranno avere ulteriori delitti sulla vita dei due che, sembra, aver trovato un’apparente calma?
Se anche tu sei curioso di scoprirlo, addentriamoci insieme in questa nuova avventura, certi che, anche questa volta, farsi gli affari altrui è certo poco elegante, ma in alcuni casi ne vale davvero la pena.
Intervista all’autrice
Ciao Elisa e ben tornata! Dopo Tre delitti e mezzo presenti il tuo nuovo libro. Come è stato tornare a scrivere e pubblicare Tre delitti e basta?
Ciao e grazie per la possibilità di avere di nuovo questo bellissimo dialogo. Devo ammettere che è stato decisamente emozionante: da una parte non vedevo l’ora di riportare i miei lettori con me in questa nuova avventura, dall’altra ti confesso che mi spaventava moltissimo.
Il primo libro è nato da un ‘colpo di testa’, non ho riflettuto particolarmente su ciò che facevo, questo nasce, invece, da un lavoro più sistematico e curato. Per la prima volta ho cominciato a pensare allo scrivere come a qualcosa che potrei continuare ad avere nel mio futuro e, non ti nego, che la cosa mi ha elettrizzato e terrorizzato allo stesso tempo. È però fantastico poter riportare di nuovo sulla carta i miei personaggi, dopotutto hanno ancora tanto da dire.
Cosa possiamo aspettarci da questo nuovo tris di gialli?
Sicuramente l’ambientazione e lo stile saranno molto simili al primo libro. Devo però confessare che questi racconti sono nati un po’ meno “per gioco” rispetto ai precedenti, ho deciso di porre la mia attenzione su argomenti più delicati che però, a mio parere, devono essere trattati.
Senza dubbio, ed i lettori più attenti lo confermeranno, ci sarà un cambio di focus notevole. Per la prima volta avremmo la possibilità di vedere le cose maggiormente dal punto di vista del commissario Rosati e, sebbene questo porti ad un inevitabile cambio di registro, credo ne valga la pena.
Secondo me, il nostro caro commissario, è un personaggio che merita, rischiando di sembrare banale nel dirlo, un’indagine più approfondita.
Quali nuove sfide attendono la protagonista Clotilde?
Credo che questa volta le sfide saranno più impegnative. Clotilde è un personaggio molto positivo ma, a mio parere, su alcune cose necessita un grado di maturità che non ha ancora raggiunto. Credo che gli avvenimenti di questo libro le potrebbero regalare la possibilità di comprendere proprio questo.
A prescindere dai casi in cui si troverà coinvolta, che comunque avranno una portata notevole, questi racconti saranno un nuovo punto di partenza per lei. Credo che la vera sfida sarà affrontare i cambiamenti che sconvolgeranno il suo equilibrio ma, soprtattutto, il suo modo di essere ed affrontare le cose.
Se poi questo cambiamento avverrà, beh, questo lo lascio giudicare al lettore…
Quali elementi ritieni fondamentali per mantenere la suspense e l’interesse del lettore?
A questa domanda ti rispondo quasi più da lettrice che da scrittrice. Credo sia importante sottolineare, infatti, che per me uno scrittore è prima di tutto un lettore e che, praticamente sempre, le due cose si sostengono a vicenda.
Per quello che mi riguarda, l’elemento fondamentale per mantenere vivo l’interesse è il disseminare piccoli indizi insignificanti lungo tutto il racconto. Ogni dettaglio potrebbe essere fondamentale e, quindi, merita la nostra attenzione.
Credo che un altro elemento che funziona, almeno in questi libri, è la presenza di alcune parti umoristiche. Può sembrare un controsenso, dato il genere, ma trovo che spezzare la serietà con vari espedienti (conversazioni in dialetto, situazioni comiche, personaggi particolari, eccetera) permetta al lettore di “prendere fiato” e mantenere vivo l’interesse.
Rispetto al libro precedente tocchi argomenti più impegnati come l’omofobia o la violenza. Ti va di parlarne?
Certamente. Non ti nego che inizialmente ero restìa all’idea di affrontare questi temi, non tanto per le tematiche in sé per sé (delle quali a mio modo di vedere se ne parla decisamente troppo poco), quanto piuttosto per il modo in cui ne avrei parlato. Tre delitti e mezzo è stato un giallo di stampo umoristico e non volevo che il seguito (Tre delitti e basta) si discostasse in maniera eccessiva da questo genere. Mi sono pertanto chiesta se potesse essere ritenuto offensivo da chi è vittima di questo tipo di violenza, leggerne in un libro come il mio.
Se devo essere sincera questa cosa mi spaventa un po’ tutt’ora, ma ho ritenuto necessario buttarmi lo stesso per un semplice fatto: ci sono comportamenti che anche la persona con le migliori intenzioni può mettere in atto che, ai giorni d’oggi, non sono più da ritenersi accettabili. È per questo che, quindi, ho messo argomenti importanti all’interno di un libro che viene considerato “leggero”: perché la vita di molte persone è segnata da vari tipi di violenza e bisogna parlarne, sempre. Mi auguro, però, di aver trattato il tutto con il rispetto che è dovuto e credo che questo sia il feedback che ritengo maggiormente necessario da parte di chi leggerà Tre delitti e basta.
Spero di essere riuscita nel mio intento ma, in caso contrario, vorrei avere la possibilità di aprire un dialogo in merito, per crescere e migliorare prima di tutto come persona.
Un focus particolare questa volta lo dedichi al passato del commissario Rosati…
È un argomento che mi stava molto a cuore e che desideravo trattare. Il commissario Rosati rischiava di restare un personaggio bidimensionale: chiuso in se stesso ed innervosito dal genere umano. Non credo meritasse di diventare uno stereotipo, volevo acquisisse complessità.
Probabilmente a causa dei miei studi, sono una grande sostenitrice dell’importanza della storia personale come mezzo per comprendere il comportamento delle persone. Per Rosati desideravo questo, volevo dare al personaggio la possibilità di uscire dal guscio che io stessa gli avevo costruito intorno nel primo libro; dall’altra parte, volevo dare al lettore degli elementi in più per comprenderlo e, perché no, renderlo oggetto della propria empatia.
Come si è evoluta la tua scrittura e il tuo stile narrativo nel corso delle pubblicazioni?
Devo dire che questo nuovo libro mi ha sorpresa per la piega che ha preso. Non sono una che pianifica con cura ciò che scrive, sono molto istintiva e caotica nel farlo. Non era nella mia idea iniziale dare questo tono a Tre delitti e basta, sinceramente; dopo aver cominciato a scrivere il primo racconto (e soprattutto dopo la descrizione di una scena in particolare), però, ho sentito la necessità di fermarmi un attimo e pormi delle domande.
Mi sono resa conto che i miei gialli sono sempre stati un pretesto per raccontare delle storie e che, volente o no, era arrivato il momento di decidere quali di queste volevo raccontare. Ho optato per la via più “spinosa” da certi punti di vista, ma credo che mi abbia portato ad una maturità diversa che ha stupito me stessa prima di tutto.
Credo che, nel complesso, questo libro abbia alle spalle una consapevolezza maggiore di quello che sto facendo e, soprattutto, di ciò che voglio comunicare.
Hai ricevuto moltissimi apprezzamenti per il tuo primo libro, quali aspettative hai per Tre delitti e basta e che rapporto hai instaurato con i lettori?
Questi ultimi mesi sono stati un vero e proprio ottovolante di emozioni. Come ho già detto più volte, mi sono approcciata al mondo della pubblicazione in maniera completamente incosciente ed ignorante. I libri, per me, erano un passatempo creato da altri. Mi è sempre piaciuto scrivere, è vero, ma mai avrei potuto pensare di pubblicare qualcosa di mio. Probabilmente è per questo che mi stupisco sempre tantissimo quando ricevo apprezzamenti da persone che mi conoscono solo attraverso i miei libri.
Pubblicare Tre delitti e mezzo mi ha fatto entrare in un mondo incredibile che non sospettavo nemmeno esistesse e, ogni volta che qualcuno legge ed apprezza un mio libro, beh, mi emoziono sempre tantissimo.
Mi sento di dire che, l’unica aspettativa che probabilmente ho, è quella di continuare ad emozionare chi mi legge attraverso ciò che scrivo. Vorrei continuare a dare qualcosa ai miei lettori perché loro mi stanno dando una quantità di cose che nemmeno immaginano. Parlare con loro, sentire le loro opinioni e sensazioni è per me incredibile, mi regala così tanto che a volte mi chiedo come sia possibile, in così poco tempo, ricevere indietro così tanto.
Senza spoilerare troppo, hai già in mente un nuovo seguito?
Dall’alto della mia esperienza letteraria praticamente inesistente, mi sento di dirti che non mi piace pubblicare un libro se non ho già per le mani qualcosa di nuovo. In questi mesi sto lavorando moltissimo a quello che credo sarà l’ultimo libro della serie Tre delitti e, per quanto la scrittura sia a buon punto, non so quando finirò di creare perché mi sto affezionando moltissimo a questi personaggi. Una parte di me è dispiaciuta di lasciarli andare anche se, non ti nego, sento in parte la necessità di cimentarmi in nuove sfide.
ELISA LA PORTA nasce a Pistoia nel 1992. Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche, e da sempre appassionata di lettura, si avvicina nel corso degli anni alla scrittura quasi per gioco.
Questo giocare con le parole, però, la porta nel 2023 alla nascita del libro “Tre delitti e mezzo – Racconti per chi non si fa gli affari propri, sua prima opera.
Recensione di Tre delitti e basta
Il ritorno di Elisa La Porta nel mondo del giallo è un trionfo. Il talento della scrittrice toscana si riconferma nella pubblicazione di Tre delitti e basta con una scrittura più matura e brillante. La sua opera d’esordio Tre delitti e mezzo ha ottenuto riconoscimenti entusiastici da parte dei lettori, aspetto che ha dato impulso e straordinaria energia all’autrice nel dar vita a nuove avventure tinte di giallo. Il forte apprezzamento ricevuto riflette la capacità di Elisa La Porta di saper catturare i lettori con una scrittura piacevole e mai banale. Il meritato successo dimostra che la sua penna sa proprio come incantare e sorprendere.
Tre delitti e basta è il titolo del nuovo libro, un’opera che contiene tre casi di omicidio per la protagonista Clotilde e per il commissario Rosati, che nel frattempo, per la felicità dei lettori, sono diventati una coppia. Ma non adagiatevi troppo perché le montagne russe sentimentali stanno arrivando anche per loro! Tre delitti e basta ha quel mix frizzante di suspense e romance capace di tenere viva l’adrenalina e dare una scossa alla curiosità.
Il ritorno di Clotilde è quello che ognuno sperava dopo aver letto Tre delitti e mezzo. È difficile uscire dalla vita di una protagonista così amabile, sensibile e eccentrica senza aspettare con ansia di conoscere il seguito della sua storia. Anche questa volta Clotilde si troverà nel bel mezzo di delitti intricati nei quali utilizzerà la sua intelligenza e quel pizzico di sfrontatezza per aiutare l’ombroso commissario a trovare una soluzione ai casi.
La storia d’amore con Rosati è uno degli elementi di novità di Tre delitti e basta: aggiunge una dimensione sentimentale tutta nuova in cui si scoprirà un’inedita Clotilde alle prese con gli affari di cuore. La scrittrice ha saputo dosare con creatività l’intrigo dei delitti intrecciandoli ai sentimenti dei protagonisti, restituendo una storia vivace e appassionante. Clotilde dimostra ancora una volta di essere una delle protagoniste indimenticabili del giallo tinto di romance.
Un ulteriore aspetto che si può apprezzare di Tre delitti e basta è la presenza di tematiche delicate come l’omofobia e la violenza. Elisa La Porta ne parla con sensibilità, trasmettendo un attento e dosato sguardo critico. La scrittrice ha saputo gestire nel modo giusto -senza mai pesare troppo sulla trama- tematiche sociali urgenti, portando il lettore a riflettere sulle ingiustizie e le brutalità di cui si sente parlare ogni giorno. Ne emerge un’atmosfera intensa fra giallo e temi sociali, che sa restituire una prospettiva tutta nuova che apre alla consapevolezza e alla riflessione. Tipico della scrittura di Elisa La Porta è anche un tocco di umorismo che alleggerisce i dialoghi e la trama, attraverso le battute di personaggi inimitabili come nonna Sultanina o il simpatico Pulitzer, il gatto del commissario.
Si nota da molteplici aspetti la crescita dell’autrice che presenta una scrittura raffinata e più matura. Il linguaggio è più accurato e contribuisce a restituire una prosa ricca e sofisticata. L’autrice dimostra maggiore consapevolezza anche delle strutture narrative e delle sfumature emotive che rendono la trama coerente, credibile e tridimensionale. La narrazione si sviluppa con eleganza e leggerezza allo stesso tempo. Lo stile più curato ha l’effetto di arricchire l’opera e testimoniare un’evoluzione capace anche di affrontare tematiche impegnate.
La bravura nel tessere trame avvincenti e creare personaggi che si amano da subito è un tratto distintivo della scrittura di Elisa, che anche in questo secondo libro sa soddisfare le aspettative del lettore. Ogni pagina di questo nuovo lavoro letterario è un labirinto intrigante di suspense e colpi di scena, con focus sulla vita e le storie dei protagonisti. In particolare la scrittrice si sofferma questa volta sulla storia del commissario Rosati, aprendoci a una nuova riconsiderazione di questo personaggio. La scrittrice esplora nuovi espedienti narrativi offrendo al lettore un’esperienza di lettura avvolgente, che alimenta il desiderio di sapere cosa gli riserveranno le pagine successive.
Tre delitti e basta è un libro consigliato perché merita sotto ogni punto di vista. Ideale per quei lettori in cerca di brio e originalità, per chi ama personaggi divertenti, originali e vividi. A chi legge i gialli dalle sfumature romance, con una trama costellata di sentimenti, adrenalina e colpi di scena. Non resta che sperare in un terzo appuntamento!