Roma – Nel 2019, le incidenze più alte sono state registrate in Lombardia e Lazio. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2019 erano maschi nell’80% dei casi. L’età mediana era di 40 anni per i maschi e di 39 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 30-39 (9,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era 4 volte superiore a quelle delle femmine. Nel 2019, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituivano l’84,5% di tutte le segnalazioni.
Diminuiscono progressivamente in Italia dal 2012 le nuove diagnosi di infezione da HIV, soprattutto nell’ultimo biennio, con un’incidenza che è lievemente inferiore a quella delle altre nazioni dell’Unione Europea. Ma il numero più frequente di nuove diagnosi si registra nella fascia d’età 25-29 anni, l’età mediana invece è 39 anni per le femmine e 40 anni per i maschi. Rispetto agli anni precedenti, inoltre, cambia la modalità di trasmissione: nel 2019 per la prima volta la quota di nuove diagnosi HIV riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) ha raggiunto quella attribuibile a rapporti eterosessuali (42%), che invece è stata da sempre la modalità più frequente. Il 60% delle persone diagnosticate con infezione da HIV nel 2019 erano già in fase avanzata di malattia e ignoravano di essere HIV positive già da molto tempo.
Sono questi i dati più recenti raccolti ed elaborati dal Centro Operativo AIDS dell’ISS e diffusi in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS che ricorre il 1° dicembre.
Secondo il rapporto
- nel 2019 sono state segnalate 531 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,2 nuovi casi per 100.000 residenti
- dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri
- dal 2017 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV, nel 2019: 2/3 dei maschi eterosessuali e oltre la metà delle femmine con nuova diagnosi HIV sono stati diagnosticati in fase avanzata di malattia.
- Un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV nel 2019 scopre di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate con HIV
- Il numero di decessi in persone con AIDS negli ultimi anni è rimasto stabile intorno a 500 casi per anno
- Nel 2019 diminuisce la proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS
Nel 2019, sono stati diagnosticati 571 nuovi casi di AIDS segnalati entro maggio 2020. Dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al 31 dicembre 2019 sono stati notificati al COA 71.204 casi di AIDS. Nell’ultimo biennio 2018-2019 le Regioni che hanno presentato il maggior numero di diagnosi sono nell’ordine: Lombardia, Lazio, Toscana. L’età mediana alla diagnosi dei casi adulti di AIDS mostra un aumento nel tempo, sia tra i maschi che tra le femmine. Infatti, se nel 2001 la mediana era di 39 anni per i maschi e di 36 per le femmine, nel 2019 le mediane sono salite rispettivamente a 47 e 45 anni. I dati relativi alla distribuzione delle patologie indicative di AIDS ci dicono che negli ultimi anni sono diminuite le diagnosi di candidosi e di polmonite ricorrente. E’ aumentata, invece, la quota di diagnosi di sarcoma di Kaposi, di Wasting syndrome e tubercolosi polmonare.
Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse
Martedì 1 dicembre 2020, in occasione della Giornata Mondiale di Lotta contro l’AIDS, il Servizio di counselling Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse – 800861061 dell’Istituto Superiore di Sanità sarà attivo dalle 10.00 alle 18.00.
Contemporaneamente, gli esperti risponderanno anche sul web al contatto Skype uniticontrolaids e all’indirizzo e-mail dedicato esclusivamente alle persone sorde.