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Il Palazzo della Missione a Subiaco: fucina di maestri di scuola e di vita, “quale futuro”?

Editoriale di Gian Luca Orlandi

Se le pietre , i muri , potessero parlare racconterebbero storie infinite di vite vissute , di vite consumate , di lacrime e gioia , sorrisi e rimpianti .
Certi grandi edifici antichi stanno li ad aspettare che il tempo li consumi , testimoni di una storia dove intere generazioni si sono formate.
Il Palazzo della Missione e’ uno di questi , un fabbricato grande , squadrato, solido che da 250 anni occupa uno spazio di rilievo nella città in senso fisico e soprattutto per la ricchezza culturale che ha generato , infatti se c’è un filo conduttore che lega la sua ideazione dal 1738 ad oggi e’ sicuramente ” L’ Insegnamento “.
Il Cardinale Giovanni Battista Spinola ne ordino’ la costruzione con il preciso scopo di creare una residenza stabile alla Congregazione della Missione , società clericale fondata da San Vincenzo de’ Paoli , per la predicazione presso le genti di campagna , per la direzione dei seminari, le missioni estere e molte altre attività che nei decenni a venire vennero creandosi come l’insegnamento del Canto Gregoriano e la Liturgia Sacra.
A causa delle pessime condizioni in cui si trovava la Rocca abbaziale ,sede da molto tempo dell’abate commendatario ,la residenza dello stesso abate venne spostata proprio nell’edificio della Missione dove venne ricavata una area adibita ad appartamenti e sale di rappresentanza.
Negli stessi appartamenti fu ospitato il cardinale Giovannagelo Braschi salito al soglio Pontificio col nome di Pio VI , benefattore di Subiaco che elevo’ al rango di città.
Gli anni dal 1799 al 1867 videro il Palazzo della Missione prima occupato dalle truppe napoleoniche , poi passato in mano ad un certo signor Giuseppe Rossi creditore presso i Padri della Missione che furono costretti quindi ad abbandonare l’edificio e la loro opera, e comprato successivamente all’asta dalle suore francesi del SS. Sacramento che vi istituirono quindi un asilo, le scuole elementari e una scuola di ricamo.
Vi rimasero fino al 1915 quando l’edificio , lesionato dal terremoto , non fu più adatto alle attivita’ delle suore , dopodiché venne acquistato dall’abate di S.Scolastica , monsignor Lorenzo Simone Salvi che nel 1939 vi istituì quello che ancora oggi moltissimi ricordano per averci frequentato le Scuole Superiori ( me compreso….) , l’istituto Magistrale Giovannangelo Braschi , di questo periodo e fino alla fine degli anni ’80 non si può non ricordare la figura centrale e determinante di Don Paolo Pecoraro , che per molti anni ha guidato generazioni di studenti nella formazione personale.
Veniva recuperata quindi la vocazione iniziale per la quale il Palazzo della Missione era stato costruito , ai Padri della Missione che avevano il compito della predicazione nelle campagne , venne sostituito l’ Istituto Magistrale Giovannagelo Braschi che divenne il fulcro per la prima , vera azione di alfabetizzazione di massa di livello superiore nel territorio dell’Alta Valle dell’Aniene .
Prima del ’39 l’istruzione di livello più evoluto era appannaggio delle classi sociali più abbienti , delle élites che potevano permettersi di sostenere economicamente i ragazzi che andavano a studiare nei collegi e nelle scuole a Roma o altrove , il Magistrale invece si propose da subito come una possibilità , anche per chi non aveva i mezzi economici sufficenti, di riuscire a far studiare i propri figli che potevano provare ,per la prima volta, ad affrancarsi dalla povertà nella quale erano costretti dalla situazione sociale stratificatasi nei secoli.
Da queste classi sociali povere nacquero quindi , dopo la guerra , quella generazione di grandi maestri e professori che a loro volta insegnarono al “Braschi” e nelle scuole scuole elementari e medie , cioè alle nostre generazioni.
Pur con tutti i suoi limiti legati a scelte e indirizzi di insegnamento , la scuola Magistrale ebbe fin da subito un impatto notevole sulla popolazione della Valle dell’Aniene , anche nelle case delle famiglie povere cominciarono a circolare libri , dizionari , e in generale tutta quella “voglia di sapere” che la cultura classica infondeva in quei giovani che frequentavano il Magistrale e che tornavano a casa portando con sé la magnificenza del Latino ,della Divina Commedia , dell’Arte secolare , della grandezza degli autori classici , l’aggiunta successivamente del corso di studi del Liceo Classico fu di completamento a questa opera di diffusione della cultura antica, ma soprattutto portarono a casa anche una consapevolezza , una capacità di guardare al mondo , alle società , al passato e al futuro con spirito critico e forza morale tutta nuova.
Oggi, il Palazzo della Missione, a distanza di molti anni dalla chiusura di tutte le attività didattiche , solitario e paziente , attende un nuovo compito da svolgere, una nuova
” Missione ” da compiere , non sarebbe una cattiva idea assegnargli di nuovo una missione educativa , ha visto passare per i suoi corridoi bambini dell’asilo , delle elementari , ragazzi delle scuole medio/superiori , forse oggi , dopo quasi 250 anni , il Palazzo della Missione ha acquisito quella “maturità” necessaria per ospitare uno o più corsi di tipo Accademico , una sfida importante sicuramente e una grande opportunità da offrire ai giovani …..
Credo fermamente che bisogna lavorare all’idea di un Polo Universitario Sublacense di studi Medioevali , abbiamo le strutture , il territorio e una Storia che ci permettono di poter ambire alla costruzione di questo progetto , per farlo c’è necessità di scrollarci di dosso il provincialismo di cui siamo ostaggio , prendere consapevolezza delle nostre potenzialità e , parlando di sviluppo socio/economico , capire che con la cultura non solo si mangia , ma si mangia e si beve , in considerazione del fatto che intorno ad un Polo Universitario gravitano idee di accoglienza , gastronomia , affitti , svago , attività commerciali dedicate , convegni , congressi , ecc….quindi una idea di sviluppo integrato di tutto il territorio.
Il Palazzo della Missione quindi potrebbe essere l’Incipit che stiamo cercando per una riscossa economico/sociale del territorio , un
” Vento di Cambiamento ” che spazzi via decenni di immobilismo , di politica clientelare , di mancanza di visione e impegno e in fin dei conti una Speranza per i giovani in un territorio che sempre più in un grande ospizio e dormitorio di Roma…
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