ROMA – Domani il Myanmar celebra la festa nazionale in ricordo della prima protesta studentesca che avviò il Paese verso l’indipendenza e nella prospettiva di una stagione pacifica e democratica che ancora oggi fatica a realizzarsi. Esprimo la mia vicinanza all’intera popolazione del Myanmar, in particolare per quanti soffrono per i combattimenti in corso, soprattutto i più vulnerabili: bambini, anziani, malati, rifugiati, tra i quali i Rohingya. A tutte le parti coinvolte rivolgo un accorato appello affinché tacciano le armi, si apra un dialogo sincero, inclusivo, in grado di assicurare una pace duratura
Il Papa con un saluto particolare ai pellegrini arrivati a Roma da Malta, da Israele, dalla Slovenia e dalla Spagna, come pure dalle diocesi di Mostar e Trebinje, rilancia la sua richiesta incessante di preghiere perché si arrivi alla pace nella martoriata Ucraina, “che soffre tanto”, in Palestina, in Israele, in Libano, in Sudan.