L’importanza delle origini
Mentre da una parte si assiste ad un mondo sempre più globalizzato, da un’altra si scopre una tendenza opposta e sempre più diffusa a valorizzare tutto ciò che è identitario, autoctono e tipico di una specifica realtà culturale. Ecco che oggi nascono corsi per la conservazione del dialetto locale, dei mestieri antichi oppure dei prodotti tipici, realizzati anche attraverso gli scambi turistici. Tuttavia, in una regione già impegnata nella protezione dell’orso e del lupo, è giusto ricordarsi di preservare anche la razza canina del pastore abruzzese. Come già dimostrato nell’articolo in cui abbiamo parlato del ristoro gratuito per i cani sull’A24, la redazione di ConfineLive continua a mostrare la sua sensibilità per gli amici a quattro zampe.
Le origini del pastore abruzzese
Solo a partire dal 1958, il pastore abruzzese e il pastore maremmano sono confluiti in unica razza, quella appunto del pastore maremmano abruzzese. Fino a tale data invece, le due razze canine sono state considerate sempre a sé stanti, anche perché prima dell’Unità d’Italia, Abruzzo e Toscana facevano in realtà parte di due stati differenti: Regno delle Due Sicilie e Granducato di Toscana. La variante del pastore maremmano, è comparsa quando alcuni ricchi proprietari terrieri toscani hanno deciso di portare sulle proprie montagne alcuni esemplari di pastore abruzzese, “scartati” dalla popolazione locale perché di piccola taglia.
Il pastore abruzzese che appartiene al ceppo dei grandi cani bianchi del Centro Europa sembra essere giunto in Italia dal Medio Oriente. Si tratta di una stirpe antichissima di guardiani di armenti e del gregge, caratterizzata da un carattere forte, diffidente e bellicoso. Tale appartenenza lascia supporre antenati in comune con i cani da montagna dei Pirenei, i Kuvasz ungheresi, i Tatra della Polonia, i Cuvac slovacchi, i Šarplaninac (anche se dal pelo colorato) e gli Akbash della Turchia.
Le caratteristiche del pastore abruzzese
Il pastore abruzzese è un cane dal pelo folto e bianco, di grande mole, di aspetto rustico e al tempo stesso maestoso e distinto. É un cane molto resistente, non soffre di particolari patologie ed è capace di adattarsi senza problemi a temperature sia rigide che calde, oltre che a condizioni climatiche avverse quali temporali, nevicate, e forte vento. Anche i cuccioli appaiono più precoci rispetto alle altre razze, aprendo gli occhi intorno al dodicesimo giorno, mentre a partire dal quarantesimo appaiono già molto sicuri di se’, indipendenti, curiosi e senza paura.
Il cane da pastore abruzzese ha un temperamento così forte, sicuro e indipendente che lo rendono il miglior cane per la difesa delle greggi dall’attacco del lupo. É un cane dal carattere sobrio, non particolarmente aggressivo, attento ai particolari e molto legato al padrone, per lui un assoluto punto di riferimento. Il pastore abruzzese inoltre, non accetta facilmente la sottomissione, pertanto la sua educazione richiede particolare impegno da parte dell’uomo. In fase di addestramento infatti, è preferibile l’interazione piuttosto che la coercizione fisica. Tale carattere “duro” e diffidente tuttavia, è probabilmente giustificato dal fatto che la sua mansione, ormai da diversi secoli, è quella di guardiano e il suo habitat abituale è la montagna selvaggia e solitaria.
Diffusione del pastore abruzzese
La razza del pastore abruzzese è particolarmente diffusa su tutto l’arco appenninico abruzzese e in Toscana, in particolare nella provincia di Grosseto. Non mancano però, esemplari anche nel nord della Campania e della Puglia, in Molise, Lazio, Umbria e Marche. Inoltre, è stato scelto insieme al Patou dei Pirenei, come razza idonea alla protezione dei greggi, contro gli attacchi del lupo nelle Alpi piemontesi ed è stato utilizzato anche in Australia, Canada e Stati Uniti. Nel 2006, a Warrnambool, in Australia, è stato dato inizio al primo esperimento di guardia dei pinguini dalle volpi, impiegando proprio i cani da pastore maremmano abruzzese, mentre negli Stati Uniti questa razza è stata impiegata anche a guardia degli alpaca.
Com’è cambiato anche in Abruzzo il rapporto tra cane e uomo
Sicuramente negli ultimi anni è venuto meno il ruolo dell’uomo padrone, per lasciare sempre più spazio all’uomo in versione amico del cane. Inoltre, con la crisi della pastorizia e dell’allevamento, il rapporto tra uomo e cane, più che essere legato all’avventura e al lavoro, è diventato più correlato alla sfera affettiva. I cani infatti, non solo sono diventati protagonisti della vita cittadina, ma anche di quella domestica, tanto che sono tantissimi gli studi che oggi approfondiscono la psicologia di questi animali. E mentre per gli uomini, esistono passeggiate nei boschi, sedute di yoga, partite di calcetto, sfide al fantacalcio e scommesse sui casinò online, per cercare rilassamento o adrenalina, per i cani invece, una della domande che ultimamente ci si pone è “Quale genere musicale rilassa di piú il tuo cane?”.
Assistiamo così ad ennesima dimostrazione di come il rapporto uomo-cane sia ancora oggi in evoluzione e di quante accortezze, fino a qualche tempo fa impensabili, l’uomo possa farsi ancora carico per il bene del proprio amico a quattro zampe.