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Il Polo trapianti del San Camillo compie 100 interventi

Roma – Il Polo Trapianti Interaziendale POIT spegne 100 candeline. Il centro d’eccellenza dell’A.O. San Camillo Forlanini e INMI Spallanzani ha infatti raggiunto un obiettivo senza precedenti: il centesimo trapianto di fegato dall’inizio del 2024.
Mai, nel Lazio, sono stati eseguiti così tanti interventi di questo tipo in meno di un anno: un risultato che proietta il dipartimento interaziendale diretto dal Professore Giuseppe Maria Ettorre tra i principali centri europei per il trapianto di fegato. Si tratta di numeri impensabili solo fino a pochi anni fa: fino al 2020 la media di trapianti di fegato realizzata dall’equipe di Ettorre realizzava una media di 35 interventi/anno; nel 2021 il primo balzo, quasi un raddoppio, che ha permesso di chiudere l’anno a quota 61; nel 2022 l’incremento è stato del 9% (66 trapianti di fegato), mentre nel 2023 del 22%, superando quota 80, fino a giungere al doppio zero di quest’anno.
Questo risultato rappresenta l’apice di un trend in costante crescita nel numero di trapianti di fegato realizzati negli ultimi anni, grazie a un’importante rete di referral, di cui circa il 40% sono pazienti extra-regione. Altro elemento chiave è l’incremento dei potenziali donatori d’organo nella regione Lazio, reso possibile dall’attività svolta dal Centro Regionale Trapianti Lazio diretto dal Dott. Mariano Feccia.
«Il POIT con questi numeri porta Roma e il Lazio in una rete di aiuto e di risposta ai tanti pazienti con problemi di insufficienza epatica e con tumori inoperabili in cui il trapianto può essere l’unica risposta. La sinergia con il mondo oncologico ed epatologico è la chiave vincente. Abbiamo dimostrato la forza e la generosità di tutta una equipe», afferma il Prof. Giuseppe Ettorre.
«Sono felice dei risultati che tutti i professionisti coinvolti, e grazie a loro questa azienda e tutto il servizio sanitario laziale hanno raggiunto; è in questa direzione che dobbiamo continuare ad investire le nostre energie. Il centro trapianti verrà trasferito a gennaio in locali rimodernati di uno dei padiglioni del San Camillo, per essere più vicini alle altre attività ospedaliere e sarà dotato di una sala operatoria in più e di nuovi posti letto ad alta intensità di cura, così da mettere gli operatori in condizione di lavorare ancora meglio, offrendo servizi di altissima qualità. E magari raggiungere risultati ancora migliori», conclude il DG del San Camillo, Angelo Aliquò.