Canale Monterano (Roma) – Il Comune di Canale Monterano in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea e con l’Associazione Culturale Nobile Contrada Carraiola, conferisce in prima edizione assoluta il Premio della Città d’Arte Canale Monterano di Roma all’artista svizzero Hans Eigenheer, che offre in lascito un’opera per esposizione permanente nel foyer della Sala Natili comunale, presso piazza Tübingen, il 24 agosto 2020 alle ore 18,00.
Il premio è stato istituito per la celebrazione e l’arricchimento del patrimonio artistico della città e nel valore dialettico di sintesi delle differenti culture nel luogo dell’arte, dimensione universale e archetipica di senso dell’uomo e ipotesi configurante per una rifigurazione prospettica del sapere in aperto divenire veritativo.
La cerimonia conferisce ad opera del sindaco la medaglia del Leone Aureo, simbolo della città, realizzata con fusione artigianale del laboratorio orafo Rocchi di Via Margutta 51 in Roma, il Diploma del Comune, della Contrada e dell’Accademia, in Convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, con il Patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale e la Critica in semiotica estetica della presidente dell’Accademia prof.ssa Fulvia Minetti è esposta in connubio di valorizzazione della litografia in opera unica dell’artista.
Hans Eigenheer è nato a Lucerna nel 1937 e non soddisfatto delle convenzioni di una cultura razionale ha nutrito la visione del mondo e la ricerca del senso dell’uomo attraverso il viaggio e lo studio della simbologia delle civiltà orientali in India e in Grecia e africane in Egitto; richiamato alla docenza all’Accademia d’Arte di Lucerna e di Zurigo, il Kunstmuseum ad Olten ospita i suoi disegni delle lezioni sulla lavagna ed è insignito del Premio d’arte della città di Lucerna nel 1997, autore di monumenti pubblici come il murale di 72 metri a Lucerna, ha lavorato a Parigi, a Firenze, a Via Margutta a Roma e da sessant’anni opera a Canale Monterano creando arte, sviluppando una propria originale semiotica etruscologica e ricercando nelle forme dell’arte e del mito la simbologia archetipica di un inconscio collettivo dell’uomo, per una universalità di senso, oltre la sovrastruttura culturale di una prospettiva dell’abitudine.