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Incendio di Tivoli, l’amarezza del giorno dopo. Distrutto il “ponte della pace”

TIVOLI – L’amarezza del giorno dopo.  In pochi minuti si consuma la ferita inferta a Tivoli colpita dalle fiamme. Sono in corso le indagini per stabilire la causa effettiva dell’innesco che sarebbe attribuibile a sterpaglie sulle rive dell’Aniene. Una vegetazione troppo fitta, interventi di bonifica che non arrivano mai… Ed un ponte “nevralgico” sotto il profilo dei collegamenti pedonali per studenti e per quanti raggiungano Tivoli con la stazione ferroviaria o con i bus.

Gli interventi anche se rapidi ed efficienti, non hanno consentito di risparmiare il ponte, oggi chiuso, forse per sempre. Una opera del genere non è che si può rifare in un attimo, ed i tempi si preannunciano lunghissimi. Molti puntano il dito contro l’inefficienza amministrativa, contro la politica forse troppo spesso dormiente rispetto a tali situazioni.

Va ora capito se le sterpaglie siano state accese da qualcuno. Cosa molto probabile data la deficienza che regna sovrana in questo settore. In molti hanno assistito con il cuore spezzato, alla propagazione delle fiamme. “Avevamo appena attraversato il ponte – racconta una passante – e si vedeva già fumo, poi in pochi minuti sono arrivati i vigili che hanno impedito dai due ingressi di entrare nel ponte, isolandolo immediatamente. Siamo rimasti increduli a guardare lo scempio delle fiamme che hanno distrutto il ponte della pace. Ora chissà quando potremo riaverlo”.

Intanto il comune ha emesso una ordinanza contigibile ed urgente decretando di fatto la chiusura dell’opera. I tiburtini, i turisti sono indignati e sul web ancora oggi un vero tam tam di sensibilizzazione.